
Pensioni, la quota 100 di Salvini a 62 anni (38 di contributi). O 41 anni e mezzo di contributi a prescindere dall'età

ROMA – Pensioni: cominciano a delinearsi con più precisione le proposte di superamento della riforma Fornero, in particolare la quota 100 che combina età anagrafica e anzianità contributiva: ieri Salvini ha illustrato la versione della Lega, che fissa il paletto per uscire dal lavoro non oltre i 62 anni, quindi con minimo di 38 di contributi. Oppure, si potrà andare in pensione dopo 41 anni e mezzo di contributi a prescindere dall’età anagrafica.
Dopo avere di nuovo riunito al Viminale il suo team economico, Salvini spiega che sulle pensioni si stanno ancora facendo i calcoli ma la richiesta è quella di arrivare alla famosa ‘quota 100′ fissando il paletto un po’ più in basso: “Quota 100 a 64 anni? No, è assolutamente troppo alto. Io ho chiesto al massimo 62”.
Un intervento corposo e che stando alle prime stime della società di ricerca Tabula, guidata da Stefano Patriarca, potrebbe costare 13 miliardi il primo anno (al lordo delle tasse) e 20 a regime. Se questi fossero i numeri si discosterebbero poco dalla cifra indicata dall’Inps, 14 miliardi, in caso di quota 100 senza paletti di età.
Dove trovare le risorse, visti i vincoli europei e le rassicurazioni del ministro dell’Economia a non sforare il deficit? Salvini, interpellato a questo proposito durante la trasmissione Porta a Porta su Rai1, ha risposto che “dalla pace fiscale il Governo conta di recuperare circa 20 miliardi”.