Pensioni 2021, calendario dei pagamenti da gennaio a dicembre: non è sempre il primo del mese (Foto Ansa)
ROMA – L’impatto della crisi da Covid si fa sentire anche sul fronte pensioni, il crollo occupazionale allontana i lavoratori che hanno perso il posto dalla quiescenza.
Serve una riforma che garantisca i lavoratori più anziani specie per quelli che hanno perso il lavoro o lo perderanno a causa della pandemia.
Il Corriere della Sera – nonostante il dibattito non sembri più di attualità, e forse a maggior ragione – illustra una proposta di riforma di maggiore flessibilità in uscita elaborata dall’ufficio studi della Uil.
In sintesi: flessibilità in uscita dai 62 anni.
Uno strumento importante per garantire una tutela alle persone che saranno espulse dal mercato del lavoro a causa delle conseguenze economiche della pandemia.
Anche prima dell’esplodere della pandemia, governo e parti sociali stavano studiando un correttivo a quota 100.
La discussione più proficua introno all’idea di quota 41.
Cioè tutti in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica: il governo sembra tuttavia avere altre priorità.
“Le priorità del governo nel medio periodo saranno di dare liquidità a lavoratori, imprese e famiglie.
E, secondo alcuni studi condotti prima dell’introduzione di «Quota 100», passare a quota 41 avrebbe fatto salire la spesa a 12 miliardi già a partire dal primo anno.
Un livello che probabilmente non sarà facile da sostenere nel nuovo mondo post pandemia.
Ma siamo per il momento a ipotesi e scenari, seppur legati ad alcune proiezioni numeriche. Il futuro della riforma pensioni verrà chiarito solo nei prossimi mesi”.
Sempre secondo la Uil, bisogna guardare anche al portafoglio dei pensionati.
Insieme ai tanti interventi di sostegno ai redditi, bisogna estendere il beneficio della quattordicesima alle pensioni fino a 1.500 euro mensili (oggi 13.338 euro).
Oltre che eliminare del tutto il blocco alla perequazione, cioè l’aggiornamento annuale al costo della vita. (fonte Corriere della Sera)