ROMA – Pensioni: rimborsi in Bot? Il precedente, la tentazione. I rimborsi per le mancate rivalutazioni degli assegni pensionistici (2012-13) non saranno erogati a tutti e non per intero, questo è chiaro e sicuro. Su importi e modalità di pagamento i pensionati interessati debbono tuttavia aspettare pazienti perché quelle che circolano finora sono solo ipotesi di lavoro. Come quella di un pagamento non in contanti, ma in titoli di Stato. La voce interna al Ministero dell’Economia è stata raccolta da Luca Cifoni e Michele Di Branco del Messaggero, che citano, a conforto della suggestione contabile, un precedente analogo di vent’anni.
Per le pendenze degli anni passati l’idea è non solo provvedere a rate, ma anche utilizzare titoli di Stato. La stessa scelta fu fatta quasi venti anni fa, quando il governo Dini dovette fronteggiare (in realtà con un certo ritardo) gli effetti di due sentenze della Corte costituzionali in materia di pensioni di reversibilità e trattamenti integrati al minimo. Anche allora la situazione dei conti pubblici era delicata, vista la necessità di convergere verso la moneta unica.
Il conto in quel caso era di ventimila miliardi di lire, i pensionati coinvolti quasi un milione. Le somme non riconosciute furono inserite dall’Inps nelle successive rate di pensione; quanto agli arretrati però il pagamento venne dilazionato in sei annualità, e la “moneta” offerta furono titoli di Stato negoziabili: per i pensionati c’era quindi la possibilità di realizzare comunque la somma, pur se con le incertezze legate agli andamenti dei mercati finanziari. (Luca Cifoni e Michele Di Branco, Il Messaggero)