Rosso SuperInps: Inpdap evadeva i contributi. Buco da 10 mld, pensioni a rischio

ROMA – Nel giro di pochi anni il patrimonio del SuperInps potrebbe azzerarsi, con un rischio serio di sostenibilità dell’intero sistema pensionistico. Lo dice una nota dello stesso mega ente previdenziale che ha accorpato in un’unica struttura la vecchia Inps (previdenza dei dipendenti privati), il “carrozzone” Inpdap dei dipendenti pubblici, e l’Enpals, il piccolo e virtuoso ente previdenziale di sport e spettacolo. La nota di assestamento ha rilevato un buco nei conti Inpdap, scaricato sul Super Inps, di 10,2 miliardi di euro di disavanzo patrimoniale. Più 5,8 miliardi di euro di passivo, per l’esercizio 2012. La nota di assestamento, fra l’altro, non è aggiornata, essendo riferita a stime di decrescita fissate ancora all”1,2% e non quelle più infauste del – 2,4% reale.

La colpa del buco è rintracciabile nel calo delle entrate contributive per i tagli ai dipendenti pubblici ma, in misura più larga, a causa dello “Stato evasore”. Proprio così: le amministrazioni pubbliche, in special modo gli enti locali, almeno fino al 1995 non versavano i contributi alla Cassa dei Trattamenti pensionistici e dopo il ’96 solo la la quota della contribuzione a carico del lavoratore. In pratica, solo l’8,75% invece del 24,2% che avrebbero dovuto corrispondere. Con grave pregiudizio, alla fine, del patrimonio totale di SuperInps.

Se prima di inglobare l’Inpdap, Inps aveva chiuso i bilanci con un avanzo di 41 miliardi di euro, ora deve aggiungere 3,4 miliardi dell’Enpals, ma grazie alla palla al piede dell’Inpdap, alla fine dell’anno l’avanz sarà di soli 25 miliardi, una perdita netta di 16 miliardi in meno di un anno. Il futuro immediato si presenta ancora più fosco. Le prestazioni erogate aumentano, le entrate contributive diminuiscono: nei prossimi tre anni i tagli ridurranno di altre 300 mila unità i dipendenti pubblici. Tutto ciò si ripercuote “negativamente sul patrimonio netto dell’Inps con il rischio di un suo azzeramento”.

Ora se ne discuterà nel Consiglio di Indirizzo e Vigilanza. Se non interverrà lo Stato, a colmare il disavanzo saranno chiamate le gestioni previdenziali in attivo, come le casse dei parasubordianti e quelle delle prestazioni temporanee (ammortizzatori sociali, assegni familiari, malattia).

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Warsamé Dini Casali