Gustavo Piga, professore di economia a Roma, ha esposto nel suo blog la tesi che “la soluzione ai debiti della P.A. coi fornitori è a portata di mano”.
La teoria di Piga prende lo spunto dall’asta del Bot di venerdì 11 maggio, in cui sono stati piazzati, con rendimenti vantaggiosi per il nostro Tesoro e con facilità, 10 miliardi di Bot a fronte di una domanda per 20 miliardi.
Sembrano quindi a Piga scuse ingiustificate, le dichiarazioni del Governo sull’impossibilità di pagare i fornitori della Pubblica Amministrazione perché “non ci sono i soldi e la Commissione europea e la Germania” non danno ascolto alle esigenze italiane.
Secondo Piga, “l’asta BOT di venerdì” è un chiaro esempio di quello che potevamo fare e possiamo fare regolarmente per risolvere il problema”.
Piga si concentra sui 7 miliardi di Bot a 1 anno, piazzati a fronte di 12 miliardi e mezzo domandati al rendimento massimo del 2,35%” , cosa che si traduce, secondo Piga, in questo: “Abbiamo cioè detto no a banche disposte a darci liquidità aggiuntiva per 5,5 miliardi di euro. Il Tesoro non dice nel suo comunicato a che tasso. Male che vada scommetto che 3 miliardi in più ad un tasso medio del 3% li potevamo ottenere”.
Bastava, prosegue il ragionamento, “che avessimo ampliato la domanda a 10 miliardi, riservando 3 miliardi ad un conto speciale i cui proventi andavano a pagare i fornitori della P.A., ad un tasso certamente inferiore a quello di mora”.
Certo, riconosce Piga, “il debito pubblico sarebbe salito, ma sarebbe sceso quello commerciale. Nessun impatto sullo spread, anzi forse questo sarebbe migliorato, vedendo uno Stato attento a trovare una soluzione al problema delle imprese, dell’economia reale e della crescita”.
Così facendo, “nel giro di una decina di aste raccoglieremmo abbastanza liquidità da soddisfare gran parte dei creditori affamati di liquidità. Altro che cavillosi dibattiti su cessioni pro-solvendo o pro-soluto:la soluzione è a portata di mano. Basta volerlo” è la conclusione.