ROMA – La Consob, l’autorità di vigilanza sui mercati borsistici, ha aperto un fascicolo nei confronti della Romed, la finanziaria di Carlo De Benedetti, in merito alle presunte speculazioni sulle 10 banche popolari che un decreto del Governo ha trasformato in società per azioni. La notizia, data per prima da Il Giornale e di cui Valentina Errante del Messaggero segue gli sviluppi, riferisce dell’acquisto di azioni per un controvalore di 5/6 milioni poco prima del decreto, per una plusvalenza finale di 600mila euro. Il fascicolo di indagine, va ricordato, non contiene alcuna ipotesi di reato.
Le registrazioni con gli operatori di Borsa interni alla Romed farebbero presumere che l’imprenditore abbia ricevuto informazioni privilegiate da ambienti vicini alla Banca d’Italia. E che proprio sulla be di tali informazioni privilegiate avrebbe ordinato gli acquisti. Da mesi alla Procura di Roma sarebbero state inoltrate le informative della Consob, l’ultima delle quali ad agosto quando l’autorità di vigilanza guidata da Giuseppe Vegas avrebbe chiesto l’ok ai magistrati per ottenere dalla Svizzera i tabulati del cellulare elvetico di De Benedetti. (Valentina Errante, Il Messaggero).
La smentita di De Benedetti. “Nessuna informazione privilegiata”. “Nessun abuso di informazione privilegiata (insider trading, ndr.) c’è stato da parte della Romed, società di cui Carlo De Benedetti è azionista ma in cui non ricopre più alcun incarico, né tantomeno da parte sua”. E’ quanto precisa un portavoce di Carlo De Benedetti.
“In merito alle indiscrezioni riportate oggi da Il Giornale – continua il portavoce di Carlo De Benedetti – è ampiamente noto che, da sempre, una delle principali attività della Romed è la compravendita di titoli. I risultati di queste attività di trading negli anni sono stati spesso soddisfacenti unicamente grazie alle capacità della società di operare sul mercato e di comprenderne le dinamiche. La Romed effettua annualmente transazioni per vari miliardi di euro in trading finanziario su azioni e cambi. In particolare per quanto riguarda le banche popolari, le discussioni e le indiscrezioni relative a una possibile riforma erano di pubblico dominio già diverso tempo prima dell’approvazione del decreto da parte del governo. Pertanto – conclude il portavoce – nessun abuso di informazione privilegiata c’è stato da parte della Romed, società di cui Carlo De Benedetti è azionista ma in cui non ricopre più alcun incarico, né tantomeno da parte sua”.