Il referendum tra gli operai Fiat di Pomigliano è “un ricatto” per il segretario generale della Fiom Maurizio Landini. Landini ha sottolineato che “ai lavoratori viene chiesto: vuoi lavorare o chiudo la fabbrica? Il lavoratore deve scegliere tra vivere o morire. E’ chiaro che sceglierà di vivere”. Anche il segretario generale della Cgil, Guglielmo Epifani, pensa che gli operai “a occhio e croce diranno sì”.
Landini ci ha tenuto a ribadire che “per noi il referendum è illegittimo. E’ come se si chiedesse di votare contro la Costituzione. E poi, quando si è sotto minaccia di licenziamento è illegittimo anche giuridicamente”. Con le regole di produttività fissate nell’accordo di Pomigliano, ha ricordato il segretario generale della Fiom, “la gente lavorerà peggio e rischierà di fermarsi. Se una volta per avere malattie professionali ci volevano 10-12 anni, oggi stiamo a 3-4 anni. Progettiamo delle cose in cui le persone non si rompano”.
Sull’assenteismo, “noi non siamo dalla parte dei furbi – ha detto Landini – ma l’azienda ha dato i dati fino al 2005; dal 2008 i dati di assenteismo a Pomigliano sono inferiori alla media di altre parti”. Quanto ai permessi elettorali, che hanno inciso sull’assenteismo a Pomigliano, Landini ha replicato: “I nomi dei rappresentanti di lista sono delle forze politiche, le stese che chiedono ora chiedono a noi responsabilità. Non posso assumermi responsabilità che non sono mie”.
Epifani ritiene invece “difficile che Fiat possa fare marcia indietro” nel progetto su Pomigliano D’Arco. Secondo il leader della Cgil a questo punto “diventa difficile per Fiat fare marcia indietro sull’investimento: anzi il piano andrebbe accelerato”. Anche l’accordo separato, dice Epifani, “é uno strumento vecchio e non risolve i problemi di quella parte dell’accordo che, a mio modo di vedere, conserva dei margini di violazione delle leggi e, sullo sciopero un profilo di incostituzionalità”.
D’altra parte, aggiunge il numero uno della Cgil, “se l’azienda vuole avere garanzie per il futuro, prima o poi deve mettere mano all’accordo separato, perché a nostro giudizio è possibile che non regga se dovesse aprirsi un qualsiasi ricorso. Spero ci sia non solo il tempo ma la volontà dell’azienda di riflettere su questo”. Quanto al referendum, secondo Epifani “tocca alla Fiom decidere cosa fare. E’ corretto però che dica che ci sono materie non disponibili ai referendum. Allo stesso modo è altrettanto importante che i lavoratori partecipino alle consultazioni”.