ROMA – Poste: taglio di “20mila esuberi”, sindacato denuncia. Caio: “Numeri immaginari”. Entro novembre si conoscerà il volto di Poste italiane per i prossimi 5 anni. Ma sul piano industriale pesa l’allarme della Slp (il sindacato Cisl maggioritario in azienda) secondo cui la ristrutturazione immaginata dal management guidato dall’ad Francesco Caio prevede il taglio di 17-20mila esuberi. L’azienda ha prontamente smentito: “Leggiamo sulle agenzia di stampa notizie relative al piano industriale di Poste Italiane con numeri immaginari che creano solo inutili incertezze e allarmismi all’interno dell’azienda”.
La precisazione degli uomini di Caio, secondo quanto filtra da fonti informate sul dossier, serve a tranquillizzare gli oltre 140 mila lavoratori dell’azienda in questo delicato passaggio. Ma in realtà un capitolo esuberi c’è eccome e riguarderebbe 25-30 mila persone. Per la maggior parte si tratterebbe di personale impegnato nel comparto recapiti che, nei piani di Poste, dovrebbe essere fortemente ridimensionato. L’azienda starebbe studiando un piano di prepensionamenti ma la maggior parte degli esodi saranno finanziati con risorse della società.
Viene invece esclusa la possibilità di un ricorso alla cassa integrazione in deroga. Nelle strategie di Caio c’è la volontà di ridurre le direzioni da 18 a 10 attraverso tagli e accorpamenti. Anche se uno dei punti più qualificanti del piano riguarda il servizio universale. Il ministero del Tesoro punta a ridurre da 350 a 200 milioni il contributo da versare a fronte di perdite dichiarate per oltre 700 milioni. E i vertici dell’azienda puntano a rallentare il flusso della posta ordinaria prevedendo la consegna a giorni alterni e riducendo il costo. Anche i 13 mila uffici postali sarebbero coinvolti dai movimenti in gestazione: esclusa la soppressione di alcune sedi, si pensa ad orari di lavoro ridotti. (Michele Di Branco, Il Messaggero)