Prelievi bancomat non documentati, incostituzionale considerarli evasione

Prelievi bancomat non documentati, incostituzionale considerarli evasione (foto LaPresse)

ROMA – Prelevare col bancomat senza documentare cosa si è fatto con quei soldi non è equivalente a pagare in nero. Dalla Corte Costituzionale arriva una boccata d’ossigeno per i lavoratori autonomi. Grazie a una sentenza che ha dichiarato incostituzionale la norma di legge che parla di “compensi” stabilendo come sia inapplicabile ai professionisti la conclusione secondo cui i prelevamenti di contanti non documentabili equivalgano a ricavi non dichiarati.

Tradotto: prelevare dal bancomat non equivale automaticamente a pagare in nero qualcuno. E per stabilirlo c’è stato bisogno di una sentenza.

Anche perché, secondo l’Agenzia delle Entrate ai professionisti andava applicata la stessa “doppia presunzione”  che si applica agli imprenditori. Ovvero la presunzione secondo cui prelievi non documentati per le imprese  sono automaticamente considerati prelievi per sostenere dei costi in nero.

Applicare ai professionisti la stessa norma che si applica alle imprese è però secondo la Corte una pratica “lesiva del principio di ragionevolezza e capacità contributiva ed è arbitrario per il Fisco ipotizzare che i prelievi ingiustificati da parte di un lavoratore autonomo siano destinati ad investimenti nell’attività professionale”.

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Emiliano Condò