ROMA – Aumenti ”insostenibili”, dal cibo ai trasporti, dai prodotti per la casa ai pedaggi, che si tradurranno a fine anno in una stangata di 1.500 euro a famiglia, determinata soprattutto dalle ricadute dell’Imu. I consumatori lanciano l’allarme e chiedono al Governo un piano di rilancio per l’economia, anche perché in due anni i consumi sono crollati del 7,3%. Con tagli pesanti soprattutto sulla spesa alimentare: un terzo delle famiglie non riesce più ad acquistare il cibo di cui ha bisogno, con il risultato che i consumi alimentari pro capite sono tornati ai livelli di fine anni ’70.
Con gli italiani alle prese con il rientro dalle vacanze estive, Adusbef e Federconsumatori fanno il bilancio dei rincari di questo 2013 che sarà molto salato per le famiglie, nonostante il calo delle bollette di luce e gas. L’aumento più consistente in termini assoluti è quello della della spesa per gli alimentari: 299 euro a famiglia in più rispetto al 2012. Ma nel carrello pesano anche detersivi e prodotti per la casa (+153 euro). Non va molto meglio per la scuola (+62 euro tra libri, materiale scolastico e mense). Sul fronte tariffe, solo gas e luce diminuiranno rispettivamente di 41 e 5 euro, ma tutte le altre registrano aumenti: +113 euro per trasporti ferroviari e locali; +118 euro per servizi bancari, bolli e mutui; +38 euro per pedaggi autostradali; +31 euro per tariffe aeroportuali; +49 euro per la tassa rifiuti. Su tutto, spiegano le associazioni, pesa come una tegola l’Imu, le cui ricadute sono distribuite su tutti i settori.
Scoraggiati dai rincari, gli italiani comprano sempre di meno. E questo ha determinato una crisi ”profonda e prolungata” dei consumi: fra 2012 e 2013 il calo e’ stato del 7,3%, con una contrazione della spesa complessiva delle famiglie di 52 miliardi. Crolla in particolare la spesa alimentare. Le famiglie – secondo un’analisi di Coldiretti – nei primi sei mesi dell’anno hanno tagliato gli acquisti di cibo del 4%: e si rinuncia un po’ a tutto, dall’olio extravergine (-10%) al pesce (-13%), dalla pasta (-10%) al latte (-7%), dall’ortofrutta (-3%) alla carne (-2%).
Un dato drammatico, osserva il Codacons, ricordando che i consumi alimentari stanno scendendo ininterrottamente dal 2007 e la spesa procapite è ai livelli di fine anni ’70: ormai il 12,3% della popolazione – sostiene l’associazione – non riesce più a fare un pasto adeguato almeno ogni due giorni. Dai consumatori è un coro unanime per chiedere di scongiurare nuovi aumenti delle tasse. ”E’ ora che il Governo si dia da fare concretamente per un serio piano di rilancio economico, in grado di avviare una ripresa della domanda di mercato e degli investimenti per il lavoro e l’occupazione”, chiedono Adusbef e Federconsumatori, sottolineando che, per evitare un ulteriore calo dei consumi, ”disastroso” per l’economia, è indispensabile eliminare definitivamente sia l’Imu sulla prima casa (tranne che per le dimore di lusso) che l’aumento dell’Iva.