ROMA – I cd musicali costeranno un euro in più, gli abbonamenti in piscina 3 euro in più, per le sigarette si sborseranno venti centesimi in più a pacchetto, per l’autostrada dieci di media a tratta. La benzina è già balzata a 1,7 euro al litro. Effetto dell’aumento dell’Iva dal 20 al 21% entrato in vigore il 17 settembre. Ma c’è un però. I rincari, in moltissimi casi, superano di gran lunga l’incremento d’imposta. Perché l’Iva è aumentata dell’1% ma il prezzo di moltissimi beni è aumentato fino al 7%.
Le associazioni dei consumatori sono sul piede di guerra e hanno preso carta e penna per denunciare, nero su bianco, i rincari indiscriminati. Prendiamo ad esempio un cd, come riporta ‘Il Corriere della Sera’: il prezzo prima del 17 settembre era di 19,40 euro. Scorporando l’Iva si arriva a un prezzo base di 16,16 euro. Applicando l’Iva al 21%, il risultato è di 19,55 euro. Eppure il prezzo finale al consumatore è di 20,90 euro. Il 7,7% in più se confrontiamo il prezzo prima e dopo l’aumento dell’imposta. Il 6,9% in più se confrontiamo il prezzo del cd per come doveva essere con l’Iva al 21% (19,55 euro) e com’è invece oggi (20,90 euro).
Lo stesso aumento indiscriminato c’è stato su altri beni. Per un corso in piscina, calcolano i consumatori, c’è stato un incremento del 5,4% al mese; un aperitivo si pagherà il 3,2% in più. Senza parlare delle sigarette: oltre all’Iva si sono stati alzate anche le accise per un totale di 15-20 centesimi a pacchetto. Oppure delle autostrade: a Como ad esempio il pedaggio è passato da 1,90 euro a 2,00 euro, con un incremento reale del 5,26%.