Privatizzazione Tirrenia, solo holding Meditterraneo e Cinven in gara per la flotta italiana

Alla fine a contendersi la flotta di Tirrenia sono rimasti in due. Dalle sedici manifestazioni d’interesse iniziale, ad oggi in gara ci sono il fondo inglese di private equity Cinven e la Mediterraneo holding, cordata che fa capo alla Regione Sicilia e all’armatore Salvatore Lauro.

La Mediterraneo, di cui sono soci Tomasos, le gestioni armatoriali di Nicola Coccia e la famiglia Busi, ha confermato il mantenimento dei livelli occupazionali previsti dal piano di Tirrenia, cioè 211 esuberi: 196 della capogruppo, di cui 60 amministrativi e 15 di Siremar, sui 2200 dipendenti totali.

Ai lavoratori sarà assicurata la cassa integrazione per 4 anni (straordinaria il primo anno e in deroga con rinnovo annuale per i successivi tre) mentre in un quinquennio sono possibili 40 pensionamenti.

Il piano della Regione Sicilia, su cui si è facalizzata la maggior attenzione, non piace perpò ai sindacati Filt Cgil, Uilt, Fit Cisl e Ugl trasporti.

Giuseppe Caronia, segretario generale Uilt, sostiene che “Alla fine potrà arrivare solo Mediterranea holding perché per gestire il servizio mancano 15 milioni di contributi: problema che la Regione Sicilia può risolvere scaricando la partecipazione sul bilancio”.

Per Beniamino Leone della Cisl “Il piano previsto dal Governo per i lavoratori non è soddisfacente. È stato fatto poco: i lavoratori saranno pagati solo per 4 anni, ma la società continuerà a ricevere gli aiuti statali”.

Infatti Roma ha promesso contributi pubblici per un ammontare complessivo di 1.152 milioni da distribuire nei prossimi 9 anni: 73 milioni all’anno a Tirrenia e 55 a Siremar.

Il gruppo, una flotta di 25 navi in Tirrenia e 19 in Siremar (tra cui 6 aliscafi), ha un valore stimato di 700 milioni. Ma sono 600 milioni i debiti accumulati, per il 70 per cento a breve termine. E negli ultimi anni la perdita di passeggeri ammonta a mezzo milione.

Prima del bando di privatizzazione, Tirrenia controllava anche Caremar (Campania),  Toremar (Toscana), Saremar (Sardegna), che sono state trasferite a titolo gratuito alle rispettive regioni. La Sicilia ha rifiutato di avere, gratis, Siremar, ma ora è in lizza per acquistarla insieme a Tirrenia. Nonostante diverse interpellanze al Consiglio regionale, il perché di questo comportamento non è ancora chiaro.

Il ministro Altero Matteoli ha ribadito che non ci sono alternative alla vendita. “Senza la gara Tirrenia non esisterebbe più”, ha detto. “Se non facevamo quello che abbiamo fatto Tirrenia sarebbe già fallita. Abbiamo ottenuto proroghe dall’Europa e dato vita a una gara per salvarla”.

Il termine per le offerte vincolanti resta fissato al 28 giugno.

Published by
Maria Elena Perrero