ROMA – Produttività: si va verso l’accordo. Il governo ha convocato le parti sociali per mercoledì 21 alle 18.30 a Palazzo Chigi. Dopo Cisl e Ugl a sottoscrivere l’accordo con Confindustria è stata anche la Uil di Luigi Angeletti. La leader Cgil, Susanna Camusso resta contraria e chiede modifiche al testo. Ma per il numero uno di Confindustria, Giorgio Squinzi, la trattativa è finita: “Non si può più cambiare”.
La scelta di Angeletti sembra dunque riacutizzare le divisioni tra le sigle confederali. Lunedì mattina la Cgil aveva fatto sapere che :”Il testo che le controparti hanno sottoposto al giudizio e alla firma delle organizzazioni sindacali – spiega la segretaria Susanna Camusso in una lettera indirizzata a tutte le strutture della sua organizzazione – contiene elementi non condivisibili”.Pertanto, “la Cgil considera non esaurito il confronto, in particolare sul salario, sulla democrazia e sulle normative contrattuali”.
Per la Cgil la scelta del governo e delle controparti di considerare le condizioni di lavoro unica variabile della produttività su cui agire segna negativamente il negoziato. La produttività da scelta strategica, secondo Cgil, si riduce così a mera riduzione del reddito.
Ma nonostante le opposizoini della Camusso, Confindustria punta dritto all’accordo. “La Cgil non ci sta? Non lo sappiamo, noi abbiamo lavorato tantissimo, erano tutti d’accordo il 17 di ottobre poi c’è stato qualche ripensamento strada facendo”: è il commento del presidente Squinzi.
“Mi auguro – aggiunge – che alla fine prevalga il buonsenso poiché il paese, in una situazione drammatica come quella attuale dal punto di vista economico, ha bisogno di concordia, che tutte le parti sociali remino nella stessa direzione e che si riesca ad ottenere una firma totale”. “Comunque noi – conclde Squinzi – abbiamo formulato con le altre associazioni datoriali un testo definitivo che non può più essere cambiato. So che alcune organizzazioni sindacali l’hanno già sottoscritto. Il mio sogno è di avere la firma di tutti“.