Le indicazioni del Financial stability board sui compensi dei banchieri, per le quali la stessa Banca d’Italia si sta accingendo a varare nelle prossime settimane alcuni ritocchi alle sue istruzioni di vigilanza, non trovano UniCredit impreparata.
Poi, a chi chiede se non ritenga che i bonus siano stati un acceleratore della crisi, risponde: “Può darsi che sia avvennto nei mercati anglosasssoni, non da noi. Per essere chiari, le mie stock option sono tutte out of the money cioè potenzialmente in perdita. Tuttavia io ritengo che prevedere solo compensi fissi possa contribuire ad incentivare la propensione ad assumere dei rischi da parte dei manager, che non vengono responsabiizzati, mentre un sistema di stock option ben disegnato e allineato con i risultati di lungo termine è quello che rispecchia meglio gli interessi degli azionisti”.
“Le banche non possono differenziarsi dalle altre industrie, se metti un tetto per gli stipendi dei banchieri – ha sottolineato Profumo – i migliori cambierebbero settore e da noi resterebbero solo gli stupidi”.
Secondo un’indagine condotta dal quotidiano Il Riformista, osservando gli ultimi dati sui compensi dei banchieri, relativi al 2008, si nota che la posizione finanziaria dei manager, tradotta in bonus e benefit, è stata ridimensionata da un anno all’altro. Profumo ha percepito 3,4 milioni di euro contro i 9,4 del 2007. Corrado Passera, consigliere delegato di Intesa Sanpaolo, 2,7 milioni contro i 3,5 dell’anno precedente.
Ma non sono solo i banchieri a beneficiare di stipendi milionari, ci sono anche manager aziendali e soprattutto consulenti. Nel 2007 per esempio, il parlamentare più pagato dietro Silvio Berlusconi, è stato proprio l’uomo che oggi se la prende con i stipendi troppo alti dei bancari, Giulio Tremonti, che all’epoca era avvocato tributarista dichiarando 4,54 milioni di euro.
