”Perché al nostro Paese manca la capacità di guardare lontano”: così in prima pagina il ‘Corriere della Sera’ richiama un intervento dell’ex ad di Unicredit, Alessandro Profumo, pubblicato nelle pagine centrali. Si tratta della prefazione ad un saggio di Raffaele Brancati scritta prima di lasciare l’incarico a Unicredit.
Parlando della crisi, Profumo sottolinea che ”una recessione può avere l’effetto di rendere più efficiente il sistema economico perché ne elimina gli squilibri e perché tende ad espellere gli operatori meno produttivi. Nella fase attuale di crisi questo non sembra essere vero”. Ciò sembra dovuto al fatto che ”la profondità della crisi è tale che in essa restano invischiare anche imprese che hanno un buon progetto industriale”.
Per Profumo, innanzitutto, la relazione tra banche e aziende ”va ricostruita”. Inoltre il manager sottolinea che le strategie di internazionalizzazione ormai debbono riguardare tutti. E’ poi necessario pensare la dopo-crisi: ”Superata la fase più critica il sistema finanziario si dovrebbe fare ora portatore per favorire il rilancio della necessità di avere uno sguardo di lungo termine, di prefigurare una prospettiva di business da perseguire. Perché nel nostro Paese è mancato proprio questo: la capacità di progettare un percorso di crescita da parte del tessuto imprenditoriale e la capacità di assecondare questo progetto da parte del sistema finanziario”. La ricetta per l’ex numero uno di Unicredit sta nel ”rendere ‘contagiosi’ i fattori di successo” e nel ”ruolo rilevante che deve giocare il settore pubblico in termini di regolamentazione, di coordinamento e di stimolo”.