Profumo: “Mps, non c’è nessun buco. Antonveneta pagata troppo ma no tangenti”

MILANO – Il presidente Alessandro Profumo è sicuro: nei conti del Montepaschi non c’e’ nessun ”buco” e mercoledì 6 febbraio il Cda ”darà numeri molto chiari”, facendo chiarezza sullo scandalo derivati. Alla vigilia del Consiglio chiamato a quantificare il danno scatenato dalla ‘finanza allegra’ della precedente gestione targata Giuseppe Mussari e Antonio Vigni (mercoledì in Tribunale), il presidente di Mps Profumo interviene alla trasmissione ‘Otto e Mezzo’ (La7) per ribadire che la situazione è “sotto controllo”, che il 2013 sara’ ”il momento della verità” e che non vede emergere un rischio tangenti dall’inchiesta della magistratura.

E se anche così fosse, allora il salvataggio della banca sarà pagato da chi ha sbagliato. ”Domani sera (mercoledì, ndr) – ha detto il banchiere riferendosi alla riunione del cda che si riunirà nel primo pomeriggio – avremo una totale chiarezza su queste operazioni” e, grazie alla sottoscrizione dei 3,9 miliardi di Monti-bond (di cui 1,9 miliardi in sostituzione dei Tremonti bond), verranno sanate.

”Auspico” che nel 2013 la banca ”passi dalla fase della straordinarietà a quella dell’ordinarietà”, ha detto allontanando lo spettro della nazionalizzazione. Una stoccata dura l’ha lanciata poi contro Mussari. Per Profumo, infatti, è stato ”fatto un errore” quando è stato confermato alla presidenza dell’Abi: ”di errori se ne commettono tanti”. In definitiva, il suo giudizio sull’ex presidente del Monte ”non è certamente positivo” alla luce di quanto trovato all’interno di Rocca Salimbeni.

Sull’acquisto di Antonveneta ha ammesso che ”è stata pagata troppo” anche se ”non penso” che siano state pagate tangenti: ”la magistratura sta indagando” e dovesse essere accertata la presenza di ‘stecche’ ”allora risaneremmo il bilancio della banca perché andremmo da chi ha pagato le tangenti per riavere i fondi”.

Infine, il nuovo socio per il Monte: Profumo lo attende entro il 2015 e spera che sia di stampo ”finanziario” e non industriale. Oggi intanto in Borsa il titolo è tornato a crescere (più 3,22% a 0,227 euro) e il Fondo monetario internazionale è sceso in campo, assolvendo l’operato della Banca d’Italia ed esortando i vertici del Monte a proseguire nella strada del risanamento.

L’Fmi, interpellato dall’ANSA, ha spezzato infatti una lancia in favore di Via Nazionale. ”La Banca d’Italia – ha detto il portavoce Gerry Rice, citando l’opinione preliminare della missione del Financial Sector Assessment Program – ha intrapreso un’azione tempestiva e adeguata per affrontare il problema”. Adesso, però, ha proseguito, ciò che conta ”è andare avanti con i piani di ristrutturazione, in modo da ristabilire lo stato di salute della banca e la sua redditività”.

Il Cda avrà il difficile compito di mettere nero su bianco il danno patrimoniale derivante dal portafoglio derivati e Titoli di Stato che, secondo le previsioni, dovrebbe portare la banca a chiudere l’esercizio con oltre 700 milioni di perdite su derivati. Tirando le somme, quindi, il bilancio 2012 di Rocca Salimbeni (si chiudera’ a fine marzo), alla luce delle forti svalutazioni realizzate nella prima parte dell’anno, dovrebbe riportare una perdita di quasi 2 miliardi di euro, come indicato dal consensus degli analisti.

Sullo sfondo resta il principale azionista, la Fondazione Mps, impegnato a far quadrare i conti per garantire le erogazioni sul territorio, ormai a rischio. Indiscrezioni di stampa infatti hanno riportato che l’ente abbia avviato contatti con Sotheby’s per vendere una parte della collezione composta da tele e sculture per un valore di 7,6 milioni di euro. Palazzo Sansedoni però è intervenuta confermando che ci sono contatti con la casa d’aste ma non per dismettere il proprio patrimonio artistico. L’ente, ha precisato con una nota, ”ha intenzione di far conoscere meglio e di valorizzare da un punto di vista artistico e per il quale si stanno ipotizzando iniziative in tal senso”.

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Emiliano Condò