BARI – Per ora di abbassare le tariffe dell’acqua in Puglia non se ne parla. Lo afferma senza mezzi termini il governatore Nichi Vendola che, almeno per il momento, sembra avere altre priorità: “È indispensabile fare i conti con la realtà per non precipitare nei burroni della demagogia: sull’Acquedotto Pugliese abbiamo deciso di intraprendere la strada dell’efficientamento e su quella proseguiremo. Per questo non abbasseremo le tariffe”.
Secondo Michelangelo Borrillo del Corriere della Sera la decisione di Vendola di non abbassare le bollette dell’acqua è un sostanziale rinnegare il risultato del referendum, in particolare della norma (cancellata) che prevedeva il 7% di remunerazione di chi investiva in acquedotti.
La motivazione del mancato abbassamento, secondo l’assessore alle Opere pubbliche Fabiano Amati è che in Puglia: “La remunerazione del capitale investito del 7% è un costo: quello che pagheremo ogni anno fino al 2018 sul bond in sterline pari al 6,92% contratto durante la gestione dell’era Fitto”.
Discorso analogo da parte di Vendola: “In realtà non siamo di fronte alla scelta di abbassare la tariffa del 7% e di conseguenza gli investimenti perché quella remunerazione non è utilizzata, come dovrebbe, per gli stessi investimenti, ma rappresenta la copertura di un debito e quindi dal punto di vista finanziario un costo”.