Bonus, aiuti, sussidi, esenzioni fiscali: sotto i 35 mila euro di reddito (dichiarato) si prende, sopra i 35 mila euro di reddito (dichiarato) non solo non si pende ma di fatto si dà . Un confine, una barriera che sembrano, anzi sono, tracciati con la modalità netta e sbrigativa con cui si tracciavano secoli fa i confini immaginari di Sati immaginari: una riga tracciata e chi sta di qua è degno di welfare e chi sta di là il welfare lo paga. Trentacinquemila euro lordi annui di reddito dichiarato, sotto si è se non poveri almeno bisognosi. Sopra si è se non ricchi almeno bisognosi di nulla e di fatto agiati. Ma non è vero, né l’uno né l’altro e 35 mila euro lordi annui è più che un feticcio, è un idolo bugiardo.
Più meno duemila netti al mese
Trentacinquemila lordi annui fa più o meno duemila euro netti al mese. Può cominciare qui l’area nella quale niente sconti fiscali, niente bonus, niente di quello (non poco) che va a chi dichiara reddito sotto i 35 mila? Così è e anche per questa via il legno della politica fiscale in Italia si fa sempre più storto. Storto e bugiardo, come i suoi idoli.Â
Progressività , perché no sul welfare?
Un confine netto a 35 mila euro è il contrario della progressività intesa come indice di reale equità . L’inflazione o il caro bollette o altro danno economico colpisce ogni tipo, quantità e qualità di reddito. E’ senza dubbio equo che i redditi bassi godano di maggior protezione per via di denaro pubblico, ma perché nessuna protezione oltre i 35 mila? Protezioni progressivamente a scalare al crescere del reddito sarebbe welfare equo. Ma non si fa. E ci si avvia al paradosso, realizzato peraltro, di rendere di fatto un reddito da 40 mila euro lordi annui più “povero” di quello da 35 arricchito da bonus, sconti, sussidi…
35 mila euro, un artificio politico-sindacal-demagogico
Trentacinquemila, perché trentacinquemila e proprio 35 mila? Perché sotto quella quota di reddito dichiarato si colloca la gran parte delle dichiarazioni fiscali del lavoro autonomo e perché 35 mila lordi annui tiene dentro buona parte delle retribuzioni da lavoro dipendente. Così l’erogazione di sussidi e bonus raggiunge secondo la politica e i sindacati una platea abbastanza vasta da garantire consenso. Ma perché artificio? Perché è falso, assolutamente falso quanto si trova nelle dichiarazioni fiscali dei contribuenti italiani. Falso che due terzi dei contribuenti sopravviva con 25/30 mila euro lordi annui. Falso che circa 12 milioni di contribuenti sopravvivano con redditi tra i 10 e i 15 mila lordi annui.
I ceti meno abbienti e le tasse
Come falso, anzi fuori dal mondo reale la giaculatoria da tutti recitata dell’abbassare le tasse ai meno abbienti. I meno abbienti veri (qualche milione) e pure quelli falsi (qualche milione in più, anzi parecchi) le tasse già per legge non le pagano o ne pagano briciole. Per legge e non per evasione: fino a 15/20 mila euro la tassazione in Italia è bassissima se non impercettibile. Iper tassati sono il lavoro e, talvolta, i consumi. Non certo i ceti meno abbienti.
Più flat tax per tutti
L’altro idolo fiscale bugiardo e nocivo è quello della flat tax, una tassa “piatta”, insomma una percentuale fissa del reddito che va in tasse, uguale per tutti e fissata una volta per sempre. Per ora ce l’hanno le partite Iva con redditi fino a 65 mila euro, la proposta elettorale e di arrivare a 100 mila euro. Cioè a tutti. Sopra i centomila euro dichiarano redditi a fatica il 2 per cento dei contribuenti italiani. Flat tax (al 15 per cento versione Salvini, al 20 per cento versione Berlusconi) vuol dire flat tax per tutti e, a voler essere prudenti nei calcoli, sparizione, cancellazione di almeno un terzo del gettito fiscale.
Ovviamente accompagnando il tutto con più spesa per tornare ad andare in pensione a 60 anni o giù di lì. Idoli bugiardi e nocivi da portare in ostensione perché è tempo di elezioni? Non proprio, sono ormai decenni che politica e società , gente e partiti, sindacati e pubblica opinione non riescono, anzi fuggono come la peste il dirsi la verità sul legno storto e ormai anche marcio del welfare e del fisco italiani. In fondo è comprensibile: ce li siamo costruiti con le nostre mani.