Quote Banca d’Italia, alt tedesco alla rivalutazione. Corsa contro il tempo

Quote Banca d’Italia, alt tedesco alla rivalutazione. Corsa contro il tempo

ROMA – Quote Banca d’Italia, alt tedesco alla rivalutazione. Corsa contro il tempo. La rivalutazione del capitale della Banca d’Italia, una boccata d’ossigeno per le banche e anche per il bilancio pubblico con la tassazione degli istituti di credito, resta sospesa a causa delle perplessità della Bundesbank. E’ l’istituto tedesco, che interpellato risponde con un “no comment”, ad aver fermato tutto comunicando alle altre banche centrali che intende fare delle osservazioni sul piano. Proprio il 5 dicembre dalla Bce era trapelato che il parere dell’Eurotower sul piano italiano, parere consultivo ma comunque necessario per poter procedere, è fermo perché una banca centrale nazionale dell’Eurozona ha preannunciato di voler fare delle osservazioni di merito in proposito.

In Germania, una parte della stampa ha commentato il piano italiano come un artificio contabile, che rinforzerebbe il patrimonio delle banche a pochi mesi dagli esami che farà la Bce prima di prendere la vigilanza su scala europea. E che darebbe una boccata anche sul versante del bilancio, permettendo al Tesoro di tassare al 12% le plusvalenze realizzate dalla banche le quali sono chiamate contestualmente chiamati ad un anticipo dell’Ires per contribuire a stare entro il 3% del deficit (anche se Saccomanni deve ancora formalizzare la destinazione del maggior gettito, si parla di 1 miliardo circa. La procedura prevede che, a questo punto, le osservazioni della banca centrale nazionale intende fare visto vengano comunicate e valutate: se sono valutazioni rilevanti, la procedura resta aperta e la discussione torna alle banche centrali nazionali per un ulteriore giro di commenti e trovare un accordo sul parere che verrà data dalla Bce a nome delle banche centrali dell’Eurosistema.

I tempi potrebbero dunque di allungarsi per volere della ‘Buba‘. Il presidente della Bce, Mario Draghi, interpellato in merito si è limitato a dire che “l’opinione della Bce non è ancora stata adottata”. Ma poi, come a voler rassicurare i riottosi tedeschi su ipotetici artifici di “finanza creativa” in Spagna e Italia evocati dalla domanda di un giornalista, ha preannunciato massimo rigore dalla Bce in vista della vigilanza bancaria che dal 2014 le competerà: “la valutazione degli attivi bancari da parte della Bce ha un senso se è credibile”. Dunque “massima trasparenza”, perché “più si fanno giochetti intorno ai concetti, meno i risultati saranno credibili”.

Ma sulla correttezza dell’operazione perplessità sono state espresse anche da analisti italiani e stranieri, come Tito Boeri o il Wall Street Journal. Non sono persuasi in primo luogo perché “non vi è alcun valore di capitale nelle banche centrali. Il loro capitale è puramente fittizio”. Si tratterebbe quindi di una mossa scorretta, perché le quote della Banca d’Italia non si possono vendere non avendo valore di mercato.

Il capitale liquido non è liquido, ma le banche chiedono che le quote di Banca d’Italia siano computabili nel valutare i requisiti di capitale imposti dalle nuove autorità di supervisione europee. Si è così creata una specie di associazione a delinquere nel cercare di chiudere nel più breve tempo possibile la partita. (Tito Boeri, La Repubblica)

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Warsamé Dini Casali