Rcs, la Consob contro Urbano Cairo: non era interessato, poi….

Urbano Cairo

MILANO –  L’ingresso di Urbano Cairo nel capitale di Rcs ha scatenato Consob, la commissione che controlla la Borsa, dove sia Rcs sia Cairo communications sono quotate. Media.  Si è acceso un “faro” anche perché Cairo, non più tardi del 9 luglio, aveva detto di non essere interessato.

Effetto di troppa riservatezza o troppa astuzia?  In ogni caso, nota il Sole 24 Ore,

“alla Borsa piace il nuovo socio e il titolo Rcs corre: +6,7%”.

La Consob però, riporta Simone Filippetti, vuole

“vederci chiaro su come e quando Cairo ha comprato le azioni del gruppo editoriale di Via Solferino”.

Urbano Cairo, ex grande venditore di pubblicità di Berlusconi (che è sempre stato per lui un modello di crescita imprenditoriale anche se furono rapporti un po’ burrascosi) come emerge da una intervista di diversi anni fa realizzata da Claudio Sabelli Fioretti (clicca qui per l’intervista integrale) è un po’ un enfant prodige dell’editoria, riuscendo a avere successo nel settore più difficile degli ultimi dieci anni, quello delle riviste: pubblica infatti  il settimanale DiPiù e una serie di magazine popolari. Seguendo il modello Berlusconi, Urbano Cairo è anche “patron” del Torino, squadra di calcio dalla storia gloriosa e dalla tormentata esitenza.

Ora, ricorda Simone Filippetti,

“è entrato nel Corriere della Sera, rilevando un pacchetto del 2,8% dall’inoptato della ricapitalizzazione”,

ma l’apparente contraddizione nel comportamento di Cairo ha messo in allarme la Consob. Il 9 luglio Cairo

“aveva dichiarato che non era interessato alle azioni Rcs. Dopo nemmeno 10 giorni, ha fatto sapere al mercato di essere diventato azionista di quella stessa azienda con una quota del 2,8%”.

Si tratta di una incongruenza che alla Consob

“vogliono che sia chiarita. Magari, si ragiona, quello di Cairo è solo un ripensamento, comprensibile. O forse c’è di più? Dipende da quando sono stati fatti gli acquisti. Per questo la commissione ha chiesto a Cairo di informarla sul tempi e modalità di acquisto. Non ci sarà alcuna comunicazione pubblica: Cairo non è obbligato a diramare nulla al mercato, ma dovrà mandare un’informativa alla Consob. Finora l’unico dettaglio pubblico fornito da Cairo è stato quello di aver comprato 11,78 milioni di azioni ordinarie, mediante esercizio di 3,92 milioni di diritti di opzione acquistati sul mercato regolamentato; e 200mila azioni ordinarie comprati direttamente sul mercato”.

Urbano Cairo, ricorda ancora Simone Filippetti, a inizio 2013

“ha rilevato il canale La7 da Telecom Italia Media al prezzo simbolico di un milione di euro”

“Subito dopo l’annuncio del suo ingresso nell’azionariato di Via Solferino Cairo aveva fatto alcune precisazioni. La prima che il suo è un investimento personale: i 15 milioni di euro che l’investimento è costato non provengono dalla Cairo Communication (la società editrice quotata), ma dal suo patrimonio personale (custodito nella holding U.T. Communications). La seconda, è stata una sorta di captatio benevolentiae: entra in Rcs, uno dei crocevia della finanza e del potere in Italia, «in punta di piedi» a voler tranquilizzare i soci forti del patto, in primis la Fiat”.

Nota Simone Filippetti che

“l’ingresso di Cairo piace alla Borsa dove venerdì il titolo è volato del 6,68% a 1,17 euro. Anche Mediobanca ha benedetto il debutto di Cairo: per gli analisti della banca l’imprenditore «sta facendo un ottimo lavoro nel suo gruppo, portando avanti con successo la ristrutturazione di La7, brand il cui target è sinergico con quello del Corriere: in futuro ogni tipo di coinvolgimento in Rcs sarebbe positivo». Quanto invece all’eventuale impatto della notizia sulla Cairo Communication (anch’essa in spolvero con un rialzo del 2,88% a 3,7 euro), «dal momento che Cairo ha comprato le azioni a titolo personale, in attesa di maggiori dettagli crediamo che la notizia dovrebbe essere neutrale». Per la società editrice Mediobanca ipotizza un “target price” a 3,58 euro”.

Published by
Emiliano Condò