MILANO – Una perdita da 78 milioni di euro nel primo trimestre del 2013 per Rcs, che ha deciso di abbattere il capitale sociale per 139,3 milioni di euro. Il 30 maggio è prevista l’assemblea per l’aumento di capitale da 400 milioni di euro, acui Diego Della Valle e i Benetton hanno deciso di votare contro.
Della Valle ha una quota dell’8,7% ed Edizione dei Benetton una partecipazione del 5% fuori dal patto che blinda col 58% la casa editrice del Corriere della Sera. La famiglia di Ponzano Veneto aveva già fatto sapere che non avrebbe aderito alla ricapitalizzazione e un orientamento simile aveva lasciato intendere anche mister Tod’s.
Quest’ultimo ha scritto già due lettere al Cda per contestare le modalità dell’aumento che promette di essere molto diluitivo, quindi penalizzante per chi non lo sottoscriverà. Della Valle aveva anche minacciato azioni legali. Poi ha deciso una nuova mossa, questa volta trovando in Gilberto Benetton un’alleato, per portare il proprio dissenso al voto in assemblea.
Proprio il 28 aprile il board ne ha deciso la convocazione dopo aver esaminato la trimestrale della capogruppo, che segna ancora un profondo rosso, e aver aggiornato quindi al 31 marzo la perdita di 509 milioni segnata a livello di gruppo nel 2012. Sulla base delle nuove cifre è stato deciso un abbattimento importante del capitale, da proporre all’assemblea, che passerà anche attraverso l’accorpamento delle azioni.
I soci dovranno poi esprimersi sull’aumento da 400 milioni. Sulla carta l’operazione risulta coperta al 91%: gli azionisti del patto hanno preso impegni sul 44% cui si aggiungerà l’intervento aggiuntivo di Intesa e Fiat e il salvagente fornito dalle banche del consorzio di garanzia. Ma l’ultimo mossa di Della Valle e Benetton non contribuisce certo a rasserenare il clima, già scosso, per quanto riguarda il Cda, da una serie di dimissioni.
Le ultime da parte di Andrea Bonomi, impegnato anche nella partita Bpm. Prima di lui aveva lasciato Paolo Merloni in polemica con le scelte del board. L’imprenditore, le cui dimissioni avranno efficacia a partire dalla prossima assemblea, ha comunque ritenuto di esserci alla riunione odierna.
Assente invece Giuseppe Vita, che ha lasciato l’incarico a partire dall’appuntamento dei soci del prossimo mese, per i conflitti di interesse legati al doppio incarico di presidente di Unicredit (una delle banche creditrici di Rcs insieme a Bpm) e del colosso editoriale tedesco Axel Springer. Per gli altri amministratori la discussione è stata impegnativa ed è durata oltre cinque ore anche perché non ha trascurato gli aspetti tecnici legati ai temi sul tappeto.