ROMA – Per bloccare l’aumento programmato dell’aliquota Iva (dal 21 al 22%) a ottobre, il Governo pensa a un aumento conseguente delle accise sui carburanti per reperire il miliardo di euro necessario allo stop. Tassa scaccia tassa, insomma (un po’ come per la sterilizzazione dell’Imu attraverso una Service Tax più pesante) . La decisione verrà presa nel Consiglio dei Ministri di venerdì 27 settembre.
Sarà il giorno delle scelte definitive per la manutenzione dei conti pubblici dell’esercizio 2013. Una partita da tre miliardi almeno con l’obiettivo ineludibile di non sforare il 3% nel rapporto deficit Pil, sul quale il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni non ammette deroghe.
Al di là dello strumento che verrà adottato (decreto legge o provvedimento amministrativo del Tesoro), questi i termini dell’aggiustamento:
- 1 miliardo. Iva bloccata fino al 2014 (l’anno successivo aumenterà ma solo dopo una rimodulazione del paniere delle aliquote). La copertura finanziaria arriverà dall’aumento delle accise sui carburanti
- 1,6 miliardi. La copertura del “buco” risultante dalla maggiore crescita del contrazione del Pil rispetto ai piani arriverà da tagli semi-lineari alla spesa e ricollocazione di alcune poste di bilancio
- 3/400 milioni. Si tratta della copertura necessaria a rifinanziare le missioni internazionali.
- 3/400 milioni (in dubbio). E’ quanto serve per rifinanziare la Cig,cassa integrazione guadagni, in deroga per gli ultimi mesi del 2013: sono in corso approfondimenti da parte dei ministeri dell’Economia e del Lavoro.