ROMA – Reddito di inserimento: fino a 400 euro al mese per 2 milioni di poveri. Come funzionerà. Il piano di contrasto alla povertà affidato al Governo da una legge delega è in via di approvazione al Senato: ispirato al principio di welfare non assistenziale, sosterrà 1,7 milioni di famiglie (2 milioni a regime) con un sostegno che può arrivare fino a 400 euro mensili subordinato ad alcune condizioni. Lo Stato offre un contributo che però impegna il destinatario per esempio a cercare lavoro, a iscrivere a scuola o a vaccinare i figli di una famiglia difficile.
Sarà l’Inps a vigilare sul reddito reale delle famiglie suscettibili di aiuto e a stabilire un punteggio alle famiglie, i servizi sociali dei Comuni a espletare il servizio. Priorità del piano è il sostegno a due categorie precise di indigenti: le giovani coppie con figli minori e chi perde il lavoro ad età superiori ai 55 anni.
Una carta ricaricabile (sulla scorta di quanto già avviene nei Comuni più grandi con la SIA), chiamata appunto REI, reddito di inserimento, assicurerà alle famiglie coinvolte 80 euro mensili a componente fino ad un massimo di 400 euro.
E’ questa la scommessa della legge delega sulla povertà che il Senato approverà in via definitiva fra questa sera e domani. L’ultimo ostacolo al varo di un provvedimento abbozzato addirittura nel 2013 con il governo Letta è rappresentato da circa 150 emendamenti presentati dalle opposizioni che però, pur denunciando l’insufficienza del piano, non sembrano intenzionate a ricorrere all’ostruzionismo. Comunque la si voglia giudicare, la legge delega rappresenta il primo tentativo italiano da decenni di affrontare in modo organico il drammatico problema dei poveri che in Italia, secondo l’Istat, sono ben 4 milioni e mezzo, ovvero l’8% circa della popolazione. (Diodato Pirone, Il Messaggero)