I servizi segreti francesi privilegiano una “pista cinese” nell‘affaire di spionaggio che ha per protagonista Renault. Lo scrive Le Figaro.
“Renault sospetta un attore cinese, secondo diverse fonti interne”, scrive il quotidiano citando una fonte anonima secondo la quale “i servizi segreti francesi prendono la vicenda sul serio, e hanno avviato una indagine che privilegia una pista cinese”.
La vicenda, che ha già portato a un’inchiesta interna su tre top manager accusati di spionaggio industriale, si è trasformata anche in affare di Stato, con l’intervento del ministro dell’Industria, Eric Besson, che, sottolineando la “gravità” del caso, non ha esitato ad affermare: “L’espressione guerra economica in questo caso è appropriata”. Per i tre non si esclude il licenziamento, anche se per ora Renault mantiene il riserbo sulle loro identità.
L’affaire, intanto, ha già provocato la dura reazione della casa giapponese Nissan, che fornisce la tecnologia per le batterie al litio: “Qualsiasi cosa abbiano rivelato ai cinesi, quella è roba nostra” è il duro commento di un executive Nissan. La bufera scatenata da questa spy-story è solo all’inizio e si sta rivelando un gigantesco intrigo internazionale. Va ricordato che nei prossimi 10 anni i veicoli elettrici rappresenteranno il 10% del volume totale della produzione automobilistica.
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