L’Italia come campione di risparmio per i cittadini più ricchi, a discapito di quelli meno benestanti, e a differenza di tutti gli altri Paesi europei e non solo. E’ quanto emerge da un articolo pubblicato da Repubblica il 14 novembre, che ricorda le misure varate dal governo Berlusconi nel solo ultimo anno che hanno favorito esclusivamente i più ricchi.
Maggio 2009: il quarto governo Berlusconi, appena insediatosi vara il decreto che abolisce del tutto l’Ici. Cancellata al 40 per cento dal governo Prodi per chi ha un reddito medio-basso, l’imposta sulla casa viene abolita anche a tutti gli altri dall’esecutivo Berlusconi.
Ottobre 2009: il parlamento approva il decreto sullo scudo fiscale: si pagherà solo il 5% delle attività detenute all’estero e tutto sarà regolarizzato. Niente imposte pregresse, niente sanzioni, niente interessi, e soprattutto pieno anonimato.
Primavera 2010: con la crisi dell’euro i Paesi Ue preparano feroci finanziarie tagliadeficit. Londra alza dal 40 al 50% l’aliquota massima,quella che si applica ai superbenestanti. Portogallo e Spagna prendono misure simili. Persino Sarkozy, accusato di favorire i ricchi, annuncia l’aumento della loro aliquota dal 40 al 41%. In Italia, invece, le tasse sulle rendite finanziarie restano ferme al 12,50%,
Agosto 2010: il governo approva uno dei decreti sul federalismo fiscale, introducendo la cedolare secca sugli affitti. In altre parole, chi dà in affitto una casa, invece di pagare l’aliquota Irpef, che per i redditi medio-alti arriva fino al 43%, pagherà solo il 20%. Quasi nullo, invece, il risparmio per chi ha redditi bassi: dal 23 al 20%”.
Grazie a queste quattro misure, gli italiani benestanti si sono ritrovati a risparmiare nell’ultimo anno migliaia di euro.