L’acquisizione del 17,1 per cento delle azioni della maison Hermès da parte del gruppo Lvmh di Bernard Arnault è ora oggetto di un’inchiesta da parte degli uomini della Amf, l’equivalente francese della Consob, e mentre si indaga spuntano sempre nuovi particolare della vicenda, che ha suscitato le polemiche da parte di Hermés, che possiede il 73 per cento delle azioni del marchio.
Dalle ultime indiscrezioni riportate dal settimanale Canard Enchainé sono tre le banche francesi coinvolte nell’acquisto: Société Générale, Crédit Agricole e Natixis, dove il primo è l’istituto che ha avviato l’acquisto delle azioni nel 2007, mettendo in piedi un architettura finanziaria tale che il gruppo di Arnault ha comprato un cospicuo pacchetto di titoli senza che questa informazione giungesse in qualche modo alle orecchie di Hermès.
La non titolarità delle azioni è stata possibile grazie agli equity swap, che implicano l’assenza dell’obbligo di comunicare il superamento delle soglie di possesso del capitale, che furono via via intestati a quattro società di Lvmh con sede a Panama (Ivelford Business, Bratton Service, Ashbury Finance e Altait Holding) e una localizzata in Lussemburgo (Hannibal), mentre la Bnp Paribas non fu coinvolta perché troppo vicina ad Hermès, di cui aveva curato l’ingresso in borsa nel 1993.
Mentre lo scontro con Lvmh continua la maison si prepara per l’inaugurazione di un nuovo negozio sulla Rive Gauche, in una intrigante location: la ex piscina dell’hotel Lutétia, al 17 di rue de Sèvres, disegnata da Louis Beguet in puro stile Art Déco nel 1935, che a lungo hiusa e abbandonata fu inserita della lista dei monumenti storici nel 2005, e che prima dell’arrivo di Hermès era utilizzata come showroom per il prêt-à-porter di Dorothée Bis. Il negozio, il cui recupero e allestimento artistico è ad opera dello studio Rdai, sarà dedicato per tre quarti alla casa e per la prima volta ospiterà un fiorista, una libreria, una sala da tè.