ROMA – Due righe in fondo a tutti i “pezzi”, due righe di “presenza”, due righe in fondo perché è “cane che morde uomo” e in fondo non c’è notizia. Due righe in fondo a tutti i “pezzi” pubblicati su ogni quotidiano sulla disoccupazione per dire che la metà delle aziende italiane fa lavorare i suoi addetti fuori e contro le regole o completamente in nero. La metà, una su due. Sono state fate 33.297 ispezioni in altrettante aziende di tutti i comparti produttivi: 16.665 sono risultate le “irregolarità”. Irregolarità dentro le quali ci sono circa diecimila lavoratori completamente a nero, altri a cui non venivano versati i contributi, altri usati per mansioni non previste dai contratti, altri impiegati con contratti finti rispetto al carico lavoro, altri…si può dire sfruttati? La metà delle aziende italiane: non può essere una risposta d’emergenza alla crisi, il non essere momentaneamente in regola con i propri dipendenti e lavoratori perché si è contingentemente con l’acqua alla gola. La metà delle aziende che usa e sfrutta lavoro irregolare e in nero è abitudine consolidata e componente dell’economia. La metà delle aziende… anche questo è legno storto della società italiana.