Bruxelles: braccio di ferro tra Londra e Ue sul fondo salva-Stati. Appello di Obama alla Merkel

Dopo il vertice della Commissione europea è cominciata a Bruxelles la riunione dell’Ecofin, tra i ministri delle finanze della Ue, che deve mettere a punto la proposta per un meccanismo di stabilizzazione che difenda l’euro da attacchi speculativi. Si discute sulla base di una proposta presentata dal commissario Ue agli affari monetari ed economici, Olli Rehn. Il negoziato si preannuncia difficile considerato che la Gran Bretagna ha già espresso il suo “no” a partecipare a un’ipotetico fondo comunitario d’emergenza per soccorrere i Paesi della zona euro in difficoltà.

Intanto il presidente Usa, Barack Obama, ha telefonato al cancelliere tedesco Angela Merkel per parlare della crisi della Grecia. I due capi di governo, ha reso noto il portavoce della Casa Bianca Bill Burton, hanno concordato sulla necessità che i Ventisette Paesi membri dell’Ue adottino “passi decisi” per restituire fiducia ai mercati. Obama si è anche sentito telefonicamente con il presidente francese Nicholas Sarkozy. I due si sono detti ”d’accordo sulla necessità di un’ampia risposta ai disordini attuali sui mercati”.

Durante la riunione straordinaria dell’Ecofin, in corso a Bruxelles, il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schauble si è sentito male ed è stato ricoverato d’urgenza in un ospedale della capitale belga. Il portavoce del titolare delle Finanze tedesco ha detto che il ministro è «cosciente» e «sta bene tenuto contro delle circostanze».

L’Europa nela riunione di oggi gioca le sue carte per tentare di mettere in sicurezza la moneta unica e gli Stati che potrebbero essere oggetto di attacchi da parte della speculazione finanziaria. Ma il raggiungimento di un’intesa nelle ultime ore è diventato difficile.

Un braccio di ferro sarebbe infatti in corso a Bruxelles e fra le capitali europee in cui i britannici, da una parte, e dall’altra la Commissione Ue con l’appoggio dei Paesi dell’Eurozona, discutono la base giuridica del «meccanismo europeo di stabilizzazione finanziaria» che l’Ecofin dovrà approvare oggi, come richiesto dai leader dell’Eurogruppo nel vertice di venerdì notte.

La Gran Bretagna ha dato parere negativo al fondo europeo da 60 miliardi di dollari a sostegno dalla valuta unica, come conferma il ministro delle finanze inglese Darling, che precisa: “Voglio essere chiaro, la proposta di creare un fondo per la stabilità dell’euro è una faccenda che riguarda i paesi dell’Eurogruppo”.

I 27 dovrebbero approvare le misure per scongiurare gli effetti della crisi Greca: 110 miliardi di aiuti ad Atene e, appunto, un meccanismo con fondi specifici di “pronto intervento”. Risorse a cui la Spagna, altro Paese considerato a rischio instabilità, non si appresta a ricorrere, secondo quanto dichiarato da Elena Salgado, ministro delle finanze iberico e presidente di turno Ecofin. Per l’approvazione non è richiesta l’unanimità ma una maggioranza qualificata. Nicolas Sarkozy e altri leader hanno sottolineato la necessità di andare avanti comunque, anche senza avere il sì di tutti e 27 gli Stati membri. Ma il rifiuto della Gran Bretagna potrebbe spingere verso l’ipotesi di limitare il meccanismo ai soli 16 paesi della zona dell’euro.

Il meccanismo dovrebbe essere in grado di mobilizzare tra i 60 e i 70 miliardi di euro. I primi 60 dovrebbero essere messi a disposizione dalla Commissione Ue, usando come garanzia il bilancio comunitario. La prima tranche di 60 miliardi dovrebbe consentire alla Commissione Ue di fare emissioni sui mercati per raccogliere fino a dieci volte tanto l’importo originario. Se questa fosse la strada concordata dai ministri, si andrebbe verso una forma di “eurobond”. Fondi superiori alla dotazione di 60 miliardi di euro dovrebbero essere invece garantiti dagli Stati membri, ma non è ancora chiaro su quale base: “se volontaria o obbligatoria, se in formato eurozona (16) o unione europea (27)”.

Dall’altra parte dell’oceano, a Washington, il board del Fondo Monetario Internazionale (Fmi) ha approvato un pacchetto di aiuti alla Grecia da 30 miliardi di euro. Il board esecutivo del Fondo «ha concluso la propria discussione sulla Grecia ed ha approvato uno “stand-by arrangement” di tre anni per un ammontare totale di 26,4 miliardi di special drawing rights (30 miliardi di euro)», si legge nel comunicato diffuso dall’organismo internazionale. Gli aiuti approvati rientrano nel pacchetto più ampio, che dovrebbe raggiungere i 110 miliardi di euro, e che include gli stanziamenti dell’Unione Europea.

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Robertar