Rivoluzione per i conti correnti: dal 26 maggio più trasparenza e concorrenza

I vecchi conti correnti stanno per andare in pensione. Con l’entrata in vigore della riforma voluta dalla Banca d’Italia, dal 26 maggio le regole che li riguardano cambieranno di molto. Più trasparenza e indicatori di costo comparabili renderanno sicuramente più efficiente la concorrenza fra le banche. I clienti ne dovrebbero beneficiare in termini di riduzione dei costi. Il conto corrente è da sempre il primo prodotto che lega il cliente alla banca.

Nel 2008 dichiaravano di possederne almeno uno 19,8 milioni di famiglie italiane. Ma da sempre i clienti contestavano alle banche gli alti costi. Secondo l’ultima indagine della Banca d’Italia sulle spese effettive pagate nel 2008, condotta nei primi mesi del 2009 in oltre cinquecento sportelli bancari e su un campione di circa seimila clienti rappresentativi dell’offerta, ha fissato il costo medio di un conto corrente a 114 euro l’anno, al netto dell’imposta di bollo.

La quota fissa (vale a dire il canone) è di 84 euro, quella variabile si distribuisce fra spese di scrittura e commissioni. Cifre in calo rispetto al passato: secondo Bankitalia i conti aperti negli ultimi anni presentano costi “significativamente più bassi” rispetto ai conti già attivi prima del 2000. La tendenza sarebbe dovuta alla maggior concorrenza seguita all’ondata di fusioni bancarie, alla diffusione di conti “a pacchetto” e online. Ma ci sono nuovi spazi di miglioramento: per l’istituto di Palazzo Koch «una scelta più attenta potrebbe comportare un risparmio annuale che, in base ad alcune simulazioni, potrebbe superare i cinquanta euro».

A rendere più attente le scelte arriverà, dal 26 maggio, la riforma decisa proprio da Bankitalia. Tre mesi dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, entrerà in vigore il provvedimento che stabilisce i profili-tipo di utilizzo del conto corrente che servono al calcolo dell’indicatore sintetico di costo (Isc), insomma, un valore che renderà esplicito il costo di un conto corrente. Dalla stessa data, le banche saranno obbligate a indicare l’Isc del conto corrente nella documentazione di trasparenza (cioè sul foglio informativo disponibile in ogni filiale). Si tratta del passaggio che completa l’adozione delle nuove istruzioni di vigilanza emanate il 29 luglio 2009 da Palazzo Koch.

L’Italia diverrà così il primo paese europeo a rendere ufficiali i profili tipo di utilizzo del conto corrente, a stabilire che le banche calcolino l’Isc in base a quei profili tipo e a consentire quindi che i clienti possano comparare l’Isc di ciascun prodotto offerto su un motore online di confronto indipendente e aggiornato in tempo reale, quello del Consorzio PattiChiari dell’Associazione delle banche italiane (Abi).

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