ROMA, 14 MAR – Un'Acea sempre meno 'comunale' ma altrettanto 'pubblica'. Anzi: aperta all'azionariato diffuso, con paletti per evitare concentrazioni monopolistiche. E' l'Acea che ha in mente il sindaco di Roma Gianni Alemanno, che sulla privatizzazione dell'azienda e sulla holding delle societa' comunali, punta oggi per contribuire a riportare linfa nelle casse comunali, depresse dalle manovre governative. Per il nuovo assetto di Atac (mezzi pubblici) e Ama (rifiuti), invece, bisognera' aspettare: non sara' contenuto nel bilancio, ma oggetto di ''una delibera successiva'', seguita passo passo da un tavolo concordato con i sindacati.
Il sindaco ha scoperto parecchie carte della sua strategia questa sera, nel corso di un tavolo con le parti sociali. Per Acea, l'azienda del Campidoglio che fornisce acqua ed energia, Alemanno pensa a ''un processo che guardera' a investitori istituzionali, con preferenza per i soggetti pubblici per vendere un 21% delle quote e tenere il Comune al 30%''. Soggetti come, ad esempio, ''Cassa depositi e prestiti, il cui fondo strategico ha un grande interesse per questa operazione''.
E non finisce qui: ''Chi ha piu' del 2% dell'attuale pacchetto azionario – ha spiegato – sara' escluso dalla privatizzazione. E una quota andra' ad azionariato dei lavoratori e degli utenti''. Il presidente di Acea Giancarlo Cremonesi resta in finestra: ''Vedremo quali sono le decisioni del Consiglio comunale – ha affermato – la societa' deve rispettare le decisioni dei soci''. Altra partita quella di Atac (che avrebbe fatto slittare la giunta a venerdi') e di Ama: ''dobbiamo realizzare il processo di trasformazione nei prossimi mesi'' ha detto il sindaco, dopo l'incontro con i sindacati. Un processo delicato, e a difesa della natura pubblica dell'azienda del Tpl e' sceso in campo lo stesso assessore comunale ai Trasporti Antonello Aurigemma.
All'opposizione, comunque, Alemanno ha voluto mandare oggi un messaggio: ''Il Pd non abbia un atteggiamento ideologico nei confronti del bilancio: non e' accettabile che abbiano votato le leggi in base alle quali facciamo queste operazioni e poi in Campidoglio facciano opposizione''. Anche perche' la manovra, secondo il sindaco, ''non e' in difensiva: ci sono 350 milioni di investimenti come l'anno scorso: c'e' il quoziente familiare, un fondo occupazione da 15 milioni, un rappresentante dei lavoratori nel cda della holding, tariffe intatte. E c'e' la lotta all'evasione fiscale, i cui ricavati alleggeriranno l'Imu sulla prima casa''. Dall'incremento comunale dell'imposta sulla casa si prevede di ottenere oltre 614 milioni di entrate. Ma sulle casse capitoline pesano circa 1,2 miliardi in meno di trasferimenti dallo Stato, e sono 730 milioni in tutto i fondi da reperire con la manovra. ''Sul bilancio regna il caos – attacca il capogruppo Pd Umberto Marroni – Se i dati sono veri, allora l'Imu dara' risorse utili per governare senza tagli o svendite del patrimonio industriale''.
I sindacati, da parte loro, non abbassano la guardia: la Cisl, che ha proposto 4 tavoli di confronto, non e' ''disponibile a ulteriori privatizzazioni come Ama e Atac'', mentre per la Cgil ''senza un'idea di crescita si rischia di mettere in ginocchio i piu' deboli''. ''Manovra importante e dolorosa – il giudizio del leader degli industriali Aurelio Regina – Non ci sono molte strade se non l'aumento dell'Imu, sulla quale verte la maggior parte del provvedimento''.
