As Roma, ma chi è DiBenedetto? Un passato incerto ed un futuro incerto… quello dei giallorossi

Thomas DiBenedetto in una foto presa dal web

BOSTON – L’inviato della Gazzetta dello Sport a Boston, Massimo Lopes Pegna, ha realizzato un’inchiesta-viaggio, alla scoperta di Thomas DiBenedetto, il nuovo proprietario dell’As Roma. Il viaggio comincia nel suo ufficio, al 198 di Tremont Street, una delle vie più famose di Boston. Un percorso al contrario per scoprire il passato di DiBenedetto, e capire gli interessi nell’acquisto dell’As Roma.

DiBenedetto viene descritto da Michael Spencer, proprietario del Caffè dello sport su Hannover Street, luogo di culto per il calcio italiano a Boston. “Non è un cliente regolare, però ogni tanto si fa vedere. E’ simpatico, intelligente. E’ uno che prima di investire un dollaro scava e ricerca tantissimo. Credo che i Red Sox quando hanno acquistato il Liverpool si siano affidati a lui per le sue consulenze in materia”.

Il giornalista della Gazzetta si sposta quindi ad Everett, cittadina ai margini di Boston, popolata quasi esclusivamente da italiani, specie negli anni ’50. Tanti gli abruzzesi e tanti i DiBenedetto, non tutti parenti però. La vecchia casa di Thomas DiBenedetto, che lasciò il posto da tempo, è ancora lì. Il bibliotecario del paese dice di non conoscerlo, poi ritorna dal giornalista della Gazzetta con gli annuali delle Everett High School. DiBenedetto si è diplomato nel 1967. Football e basket le sue passioni, nelle foto però non ride mai.

Ma al giornalista sembra di trovarsi a un muro di gomma. Nessuno parla di DiBenedetto. C’è chi non lo ha mai sentito nominare, un suo vecchio compagno di classe che preferisce tacere e il fratello che dice: “Non vuole parlare”. Il viaggio dell’inviato della Gazzetta si chiude di fronte al lussuoso palazzo di Jim Pallotta. Chi è? E’ il quinto uomo della cordata americana, apparso per ultimo ma il più noto del gruppo. Nel 2007 fece scalpore per l’acquisto della sua megavilla da 21 milioni di dollari. DiBenedetto però non c’è, non risponde. Al telefono la segreteria, lui non richiama.

Il silenzio si somma con i rimpianti però. Stavolta in casa giallorossa. Tre anni fa infatti Rosella Sensi respinse l’offerta da 283 milioni di euro di George Soros, sventolandone una araba da ben 420 milioni. Era un bluff, Soros non ci cascò e si ritirò a priori. Sono passati 3 anni e il 15 febbraio del 2011 la Sensi e UniCredit hanno accettato l’offerta di DiBenedetto, per la cifra di 110 milioni. Tutto fatto, tutto deciso. Gli americani comprano la Roma. Mai successo in Italia. La Sensi? Stavolta nessun bluff, non poteva oppure avrebbe venduto l’As Roma tra altri 3 anni, magari ad un prezzo ancora dimezzato. Tra ricapitalizzazioni ed investimenti l’American Roma sta decollando, verso dove ancora non si sa. Il futuro resta incerto come prima.

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Alessandro Avico