Romano Prodi: “La crisi greca non è contagiosa”

Nonostante i titoli dei giornali anglosassoni che decrivono la moneta unica in crisi e sotto attacco, la crisi greca non è contaggiosa. A dirlo è Romano Prodi, il quale tuttavia non nasconde il momento di “paralisi” che la Ue nel suo complesso sta vivendo dettato soprattutto dalla “paura”.

L’ex presidente della Commissione Europea ha tenuto una lezione davanti ad una platea di più di mille persone tra studenti e professori dell’università Bicocca a Milano in cui ha messo in evidenza i limiti dell’Unione che di fronte ad una crisi economica come quella greca «è priva di strumenti di intervento e di salvataggio. Ma sono stati gli stati nazionali a non averli voluti, che non hanno voluto cedere sovranità».

Secondo Prodi i singoli stati «si sono impegnati solo a livello individuale: ma così l’Europa, che è stato il più grande laboratorio politico della storia, rischia di diventare un museo». Alla domanda se anche Prodi si sia trasformato in un euroscettico, l’ex presidente mette però le mani avanti: «Non diciamo sciocchezze».

Quanto alla Grecia, due sono gli snodi fondamentali per Prodi: il superamento dell’unanimità nelle principali decisioni politiche comunitarie e un ampliamento del bilancio dell’Unione, oggi pari a meno dell’1 per cento del Pil dell’area, per così consentire la messa in atto di strumenti di intervento dell’Unione contro le crisi dei singoli stati.

Un intervento del Fondo Monetario sarebbe stato più efficace? Prodi risponde: «Penso che un problema europeo vada gestito a livello europeo – ha precisato – anche se non ci sarebbe stato nulla di scandaloso se fosse intervenuto l’Fmi. Anche perché i trattati Ue non lo escludono. Ma l’Europa dovrebbe avere gli strumenti propri per intervenire». Prodi ha escluso “per ora” il rischio di contagio della crisi greca ad altri paesi come la Spagna e il Portogallo e pur sottolineando le colpe del governo di Atene “che ha truccato i conti”, ha ricordato pure il peso limitato dell’economia ellenica sull’intera zona euro.

Infine secondo Prodi ci sarebbe da verificare anche i bilanci dei paesi come la Gran Bretagna e gli Usa per verificare se effettivamente sono “virtuosi” come dicono di essere.

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Lorenzo Briotti