Gli ispettori del Ministero della Salute faranno luce sui presunti sprechi della Regione Lazio in materia di Sanità. Il ministro Ferruccio Fazio vuole vederci chiaro. Gli ispettori verificheranno «le procedure di gara e le modalità di distribuzione dei farmaci delle Asl del Lazio» nel periodo che va dal 2004 al 2008, arco temporale che va dall’uscita di scena dell’ex giunta Storace ai primi tre anni della gestione Marrazzo.
L’indagine specifica ordinata dal dicastero di Lungotevere Ripa si riferisce al rapporto che il Nucleo di polizia tributaria di Roma ha trasmesso alla procura regionale della Corte dei Conti. Configura un danno erariale di 243 milioni di euro dovuto all’acquisto di farmaci senza gli sconti previsti dalla legge 405 del 2001. In base a questa legge le strutture pubbliche, per ridurre i costi della spesa farmaceutica, possono acquistare alcune medicine molto particolari – prevalentemente di nuova generazione – a prezzi vantaggiosi. La distribuzione avviene in questo caso direttamente o tramite farmacie convenzionate.
Il debito della Sanità nel Lazio ha una lunga storia. È una voragine che si è dilatata anno dopo anno, con polemiche politiche che durano da un decennio. Il ministero dell’Economia, nel 2008, ha fotografato l’ammontare nel Lazio: 9,6 miliardi di euro di debito. Una montagna che, nel 2008, è stata spalmata su un mutuo trentennale, per il quale la Regione Lazio pagherà una rata di 280 milioni annui fino al 2038. E poi il disavanzo annuo: grazie ai tagli messi a punto con il piano di rientro, si è scesi da una media costante intorno ai due miliardi l’anno ai circa 1,4 miliardi attuali, che comunque mantengono stabilmente il Lazio in testa alla classifica delle regioni con il maggiore deficit sanitario.
Il resto è una storia di inchieste giudiziarie, come quella sulle truffe di Lady Asl che ha coinvolto tre assessori della giunta di centrodestra guidata, dal 2000 al 2005, da Francesco Storace. Ma come si sono formati i 9,6 miliardi di disavanzo? Anni di bilanci ritardati o imprecisi delle Asl affidano la verità storica a ricostruzioni di parte. Ma il punto di partenza è differente. Il debito nel 2000, quando è stato eletto Storace dopo cinque anni di governo di Piero Badaloni, con una maggioranza di centrosinistra, era di «quasi 4 miliardi di euro», secondo Luciano Ciocchetti (Udc), ex assessore della giunta Storace, di “appena” «1,8 miliardi» secondo Alessio D’Amato, consigliere regionale Pd. E anche l’ammontare del debito al momento del cambio della guardia Storace-Marrazzo è dibattuto: 9,5 miliardi secondo il centrosinistra, 6,5 per il centrodestra.