Service Tax, i Comuni potranno scegliere i criteri ma ci sarà un tetto

Service Tax, i Comuni potranno scegliere i criteri ma ci sarà un tetto

ROMA – La Service Tax, dopo le polemiche sulle vecchie bozze circolate e il dietrofront del governo, è ancora da perfezionare ma entro il 15 ottobre sarà irrimediabilmente scritta nero su bianco, quando verrà confezionato il decreto legge collegato alla legge di stabilità per il 2014 col quale verrà cancellata definitivamente anche la seconda rata dell’Imu 2013. Sarà più equa per famiglie e imprese, è la promessa fatta dal premier Enrico Letta e, pur assicurando la piena autonomia impositiva dei sindaci, avrà un tetto. Come funziona? Ce lo spiega Gino Pagliuca sul Corriere della Sera.

Per la parte servizi indivisibili l’aliquota massima applicabile all’abitazione principale verrà fissata al 6 per mille. Il nuovo tributo che entrerà in vigore dal 1° gennaio 2014 si comporrà di due parti: la Tari per la gestione dei rifiuti urbani e la Tasi con cui si dovranno pagare i servizi indivisibili (illuminazione, marciapiedi, trasporti e corredo urbano). Secondo i calcoli del Corriere,

Con le rendite catastali attualmente in vigore le entrate garantite lo scorso anno dall’Imu prima casa verrebbero ottenute con un prelievo medio dell’1,9 per mille, questo perché il tributo medio sarebbe di 172 euro anziché i 225 ottenuti con l’Imu ma la platea di paganti sarebbe più ampia.[…] ai Comuni sarà lasciata un’ampia autonomia anche se come già successo con Ici e Imu sarà stabilita un’aliquota massima che, se l’obiettivo è quello di eguagliare l’incasso dell’Imu prima casa dovrebbe porsi ragionevolmente attorno al tre per mille.

 

Chi paga? Chi possiede, occupa o detiene a qualsiasi titolo locali o aree scoperte in grado di produrre rifiuti a prescindere dal loro utilizzo. Che tradotto significa che

La tassa rifiuti (come accade già oggi) sarà a carico dell’inquilino, mentre le Tari (non essendo solo un’imposta patrimoniale ma anche il corrispettivo di servizi) andrà suddivisa. Le indicazioni sono di una partecipazione massima del 20% da parte degli inquilini, ma è uno dei nodi politici da sciogliere e da questo punto di vista risulterà decisiva la scelta se ancorare il tributo al reddito o meno: la maggior parte degli inquilini infatti ha redditi inferiori a 30 mila euro.

 

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Daniela Lauria