ROMA – Aumentano le accise su sigarette e tabacco, mentre per le sigarette elettroniche sono previsti ribassi, con le accise che passano dal prospettato 60% al 50% al Consiglio dei ministri. Nel mirino degli aumenti in arrivo dal 1° gennaio 2015 ci sono soprattutto le sigarette a basso prezzo, con il prelievo fiscale che sale soprattutto per i pacchetti che costano fino a 4,40 euro.
Repubblica spiega:
“La struttura dell’aliquota, che si compone di una parte fissa e una “ad valorem” (in relazione al prezzo), cambierà dal 1° gennaio prossimo. La composizione dell’accisa resterà mista, ma diminuirà l’incidenza di quella “ad valorem”. Il riferimento per il calcolo non sarà più la “classe di vendita più richiesta”, come in passato, ma “il prezzo medio ponderato” delle sigarette. Lo schema prevede un “onere fiscale minimo”, l’accisa più Iva, da 170 euro il chilogrammo.
L’aliquota viene elevata dal 58,6 al 58,7%, e non potrà essere inferiore a 90 euro per chilogrammo convenzionale (mille sigarette). L’obiettivo dichiarato era di incidere maggiormente sui prezzi molto bassi, con un fisco che si attenua proporzionalmente via via che cresce il prezzo delle sigarette: sull’esempio di quanto fatto in Germania nel 2010, è considerato il percorso migliore per far aumentare il gettito e preservare gli obiettivi di salute pubblica”.
Come cambierà dunque il prezzo dei pacchetti?
“Il fisco dovrebbe continuare a pesare 3,4 euro per i pacchetti che vanno da 3,8 a 4,4 euro a pacchetto, mentre prima c’era una maggiore proporzionalità. Da quella soglia in poi, si ricalca l’andamento del passato fino ad arrivare intorno ai 3,87 euro di peso fiscale per un pacchetto da 5,10 euro. “E’ evidente che le nuove disposizioni tendono ad implementare una sorta di ‘flat tax’ (tassa non proporzionale) che necessariamente graverà in modo più significativo sui prodotti a prezzo più basso rispetto ad oggi”, hanno detto a loro tempo i tecnici del bilancio al Senato”.
Anche il tabacco trinciato subirà rincari:
“Il decreto prevede per il tabacco trinciato un innalzamento dell’accisa minima a 115 euro al chilo per i trinciati per sigarette (dai 108 euro fissati nel luglio scorso) e a 25 euro per sigari e sigaretti (dai 22 attuali)”.
Va meglio invece per le e-cig, che vede l’accisa ridursi al 50% dal 60% inizialmente proposto in Consiglio dei ministri:
“Legata alle e-cig c’è la nuova forma di consumo, quella delle “cialde di tabacco” che non bruciano. Una novità che Philip Morris introdurrà in Italia dopo un investimento da 500 milioni a Bologna. Dal decreto, le buone notizie per la multinazionale del tabacco arrivano perché le nuove cialde non sono assimilate alle “bionde” tradizionali e quindi non sottoposte a tassazione normale.
Si prevede invece un’accisa al 50% di quella tradizionale, in linea con le sigarette elettroniche. Non essendo prodotto da fumo, Philip Morris potrà evitare di scrivere “il fumo uccide” e simili avvertimenti, ma dovrà limitarsi a riportare che “questo prodotto del tabacco nuoce alla tua salute e provoca dipendenza”.