ROMA – Fare la spesa costa ogni anno mille euro in più alle famiglie italiane: tra crisi internazionale, aumenti delle materie prime e rincari di Iva e accise gli ultimi dati dell’Istat dicono che i prezzi dei prodotti acquistati con più frequenza sono aumentati, su base mensile, dello 0,4 per cento, e, su base annua, del 4,2 per cento.
Tra gli alimenti, lo zucchero è rincarato del 17,2 per cento in un anno, il caffè del 16,5 per cento, la verdura fresca del 5,9, i formaggi del 5,1 e la frutta fresca del 4,4 per cento.
Più contenuti gli aumenti della carne (+2,6 per cento per quella suina, + 1,7 per cento per quella bovina).
L’inflazione acquisita per il 2011 si stabilizza al 2,7 per cento e il dato di novembre registra una diminuzione dello 0,1 per cento rispetto ad ottobre, attestandosi al 3,3 per cento, i generi alimentari, le bevande, gli alcolici, i tabacchi, le spese per l’affitto, i servizi per la manutenzione della casa, i carburanti e i trasporti urbani hanno subito un’impennata.
Con il risultato che il potere d’acquisto delle famiglie si è notevolmente ridotto.
Secondo Codacons “I dati Istat dimostrano che l’impennata dei prezzi di settembre e di ottobre e il fatto che a novembre sostanzialmente non scendono, restando altissimi nonostante il crollo della domanda avrebbe dovuto farli precipitare, è dovuta all’aumento dell’Iva e delle accise”.
Dice XConfagricoltura: “Da questi rincari non viene alcun beneficio per gli agricoltori, colpiti dagli aumenti sia come consumatori sia come imprenditori, visto che da tempo si trovano a dover fare i conti con costanti rialzi dei mezzi di produzione”.
Per Coldiretti l’effetto valanga sul prezzo finale di vendita dei prodotti di largo consumo come cibo e bevande “in un Paese come l’Italia dove l’86 per cento dei trasporti commerciali avviene su gomma è dovuto all’aumento dei carburanti”.
Le percentuali dell’Istat indicano rincari a due cifre per i carburanti (14,3 per cento l’inflazione acquisita), con il prezzo della benzina che aumenta su base annua del 16,6 per cento e quello del gasolio del 21,1 per cento. Mentre il gas naturale ha registrato un +13,2 per cento.