ROMA – Ci sono tra i 3 e i 4 milioni di iscritti fantasma nei sindacati? La denuncia, clamorosa se confermata, viene dall’interno della galassia sindacale. Il segretario della Confsal, Marco Nigi, ha presentato un dossier esplosivo in cui, facendo due conti, risulta un gonfiamento artificioso delle tessere: su 17 milioni di dipendenti (15 se non si considerano quelli a tempo determinato) ben 11 sono iscritti alle varie confederazioni. Il 65%: una cifra abbastanza inverosimile. 2 milioni sarebbero le tessere in eccesso non corrispondenti alla realtà. Stesso discorso per i pensionati: su un totale di quasi 17 milioni, gli iscritti ai sindacati, comprese le sigle minori, sono 7,5. Anche qui uno sproposito.
La possibilità per i sindacati di gonfiare gli iscritti è più facile nel comparto privato dove nessuno può controllare le dichiarazioni dei singoli. Non è così nel pubblico impiego e per i pensionati, dove è facile controllare scollamenti dalla realtà. Per i primi l’Aran (agenzia governativa) certifica quanti iscritti ci sono attraverso le deleghe alle trattenute sulle buste paga con cui ci si iscrive automaticamente al sindacato. Per i pensionati, stessa cosa fa l’Inps. Ebbene, dal confronto proposto da Confsal tra trattenute certificate e i dati dei sindacati ballano 1,2 milioni di iscritti non giustificati.
Nel dettaglio. Prendiamo i pensionati. La Cgil dichiara 2.996.623 iscritti, l’Inps ne certifica 2.755.944, una differenza di 220 mila iscritti, pari al 7,36%. La Cisl dichiara 2.258.309 iscritti, l’Inps ne certifica 1.902.423, una differenza di 355 mila iscritti, pari al 14,87%. Con la Ugl abbiamo il caso più scottante: dichiara 709.629 iscritti, l’Inps ne certifica 63.263, una differenza di 646.366 iscritti, pari al 91,08%. Per Uil e Confsal lo scollamento è pari rispettivamente al 3% e all’8,43%.
Particolarmente gravi le accuse contro il sindacato Ugl, la confederazione di cui era segretario l’attuale presidente della Regione Lazio Polverini, per intenderci. Avere così tanti iscritti, più della Uil, consente all’Ugl di sedersi a pieno titolo e con maggiore rilevanza ai tavoli delle trattative con il governo. Il segretario Centrella respinge duramente le accuse, “non consento a nessuno di infangare l’Ugl”. Il segretario organizzativo Cgil, invita a controllare l’anagrafe informatica degli iscritti che garantisce sull’autenticità dei dati.