ROMA – Si chiama Linked in e, a voler semplificare, è una sorta di Facebook per professionisti, ovvero un social network dove ricercatori, ingegneri manager ecc… mettono in rete curriculum e scambiano esperienze lavorative. Ora, questo social network “serio” entra in borsa, e non lo fa in punta di piedi. I numeri rendono conto del boom senza bisogno di analisi e commenti: l’opa ha fissato la valutazione di Linked in a 4,3 miliardi di dollari, più del doppio del valore stimato per l’azienda a inizio anno. Volano anche le azioni , tra i 42 e i 45 dollari: 10 dollari in più del prezzo preventivato a inizio maggio.
Negli Usa chi analizza il fenomeno non nasconde una punta di preoccupazione: il tutto, infatti, ricorda in qualche modo la grande bolla finanziaria informatica dei primi anni ’90. Il fatto, però, è che Linked in fa gola, e a molti. Ovviamente la società festeggia. Il mercato, invece, è alla finestra e si fa due conti: 4 miliardi per Linked In sono un aperitivo interessante. Tra un anno, infatti, in borsa dovrebbe finirci Facebook. Secondo Goldman Sachs è un affare da 50 miliardi di dollari.
Quanto allo specifico del social network e del suo creatore, Angelo Aquaro su Repubblica descrive così Linked In: “Un successo da 100 milioni di iscritti. L’idea si deve alla creatività di Reid Hoffman, classe ’67, paffutissimo laureato di Stanford che abbandonda la vocazione da filosofo dopo una constatazione semplicissima: “Capii subito che gli intellettuali finiscono per scrivere libri che leggono 50 o 60 persone al massimo. E io volevo più impatto”. Grande Reid: meglio il business, no? Magari condito dalla sua passione tecnico-filosofica per l’informatica. E così infila un successo dopo l’altro. Fonda SocialNet. Poi è tra i primi a lanciarsi in un’iniziativa, si fa per dire, da niente: PayPal. Quindi si inventa LinkedIn. E tra una fondazione e l’altra investe fior di quattrini in compagnie che si chiamano Facebook, il colosso dei giochi online Zynga, la radioweb LastFm”.