
MILANO – Cir migliori la sua offerta, aumentando il suo impegno nella ricapitalizzazione di Sorgenia, oppure banche sono pronte a prendere il controllo della società. E’ questo l’orientamento emerso dal doppio vertice che ha visto impegnati i creditori: uno plenario con le 21 banche esposte a tutti i livelli e uno ristretto con i sei istituti (Mps, Intesa, Unicredit, Ubi, Banco Popolare e Bpm) esposti verso la capogruppo.
E’ possibile che a breve la posizione, su cui le banche sono compatte, venga formalizzata alle controparti. Il confronto verte sulla ripartizione dei sacrifici legati alla ristrutturazione del debito di Sorgenia, esposta per 1,9 miliardi verso il sistema bancario, di cui 600 milioni (concentrati sulla capogruppo) considerati non sostenibili.
Le banche chiedono a Cir, azionista di controllo di Sorgenia con il 52,9% del capitale, di ricapitalizzare per 150 milioni, facendosi carico degli altri 450 milioni attraverso conversione di debiti in azioni (300 milioni) e un prestito convertendo (150 milioni). La holding, che deve fare i conti con il disimpegno del socio Verbund, si è detta disposta a iniettare 100 milioni, senza rinunciare al controllo: le banche potranno diventare azionisti di minoranza (sottoscrivendo 90 milioni di aumento di capitale) mentre 400 milioni di debito verrebbero convertiti in strumenti partecipativi.
La proposta è stata respinta dai creditori che a questo punto mettono Cir di fronte a un bivio: o mette più soldi nella partita – e in tal caso si potrà negoziare sul mantenimento del controllo da parte della holding – o si rassegna a diventare azionista di minoranza, facendosi diluire attraverso una massiccia conversione di crediti in azioni. Da identificare la procedura a cui ricorrere per garantire la continuità aziendale: tra le ipotesi quella di un accordo di ristrutturazione del debito ai sensi dell’articolo 182-bis della legge fallimentare.
Il tempo a disposizione per una soluzione non è molto: Sorgenia, a cui le banche hanno chiuso i rubinetti del credito, ha autonomia finanziaria fino a fine mese. Il cda della società guidata da Andrea Mangoni si è riunito per fare il punto sullo stato delle trattative e valutare le opzioni a disposizione.
