ROMA – Resta alto l'allarme per i conti delle banche spagnole, anche se il premier Mariano Rajoy getta acqua sul fuoco e non perde occasione per affermare che sta lavorando alla ristrutturazione del sistema finanziario e che non servono aiuti da Ue o Fmi.
Già lunedì 21 maggio però, alla riapertura delle borse, gli istituti di credito iberici, come accade ormai da settimane, saranno esposti al fuoco di fila dei mercati.
Il nuovo governo deve infatti 'ripulire' i conti delle banche, un'operazione valutata poco meno di 16 miliardi. Dopo la statalizzazione del 45% di Bankia, quarta realtà del credito spagnolo e il taglio del rating per 16 istituti da parte di Moody's, ora il timore delle banche è che il Governo chieda loro di anticipare al Fondo di garanzia dei depositi (Fgd) più di 20 miliardi, cifra superiore ai contributi previsti per prossimi 8 anni, per facilitare la vendita all'asta di Banco de Valencia e CatalunyaCaixa.
La situazione del comparto appare dunque gravissima. L'impegno dello Stato, dopo Bankia, rischia di estendersi anche ad altri gruppi bancari che, secondo le nuove normative varate dal Governo, devono fare pulizia nei bilanci aumentando la loro quota di accantonamenti sul portafoglio immobiliare e dare vita a una nuova tornata di fusioni. Impegni che, come avvenne per l'Irlanda, rischiano di portare alle stelle il debito spagnolo che poteva vantare fino a poco tempo un basso livello rispetto ad altri partner europei. Intanto più di 5 milioni di azionisti non riescono ancora a sapere cosa succederà ai propri dividendi.
Per Rajoy però le banche spagnole non hanno bisogno di nessun salvataggio europeo. ''Non credo'', ha risposto infatti il premier a chi glielo chiedeva al suo arrivo a Chicago per il vertice Nato. Il Governo di Madrid – ha aggiunto – sta ''facendo quello che il Paese necessita: non sperperare ciò che c'è, controllare il deficit pubblico, le riforme strutturali e, in 2 fasi, la ristrutturazione del sistema finanziario''.
Un sostegno all'azione dell'esecutivo è venuto giovedì 16 maggio dal Fondo Monetario Internazionale. ''La Spagna ha preso le misure giuste sul settore bancario'', aveva detto infatti il capo economista Olivier Blanchard. Così come venerdì il commissario Ue agli Affari economici e monetari, Olli Rehn, aveva parlato di ''misure molto incisive'' sul delicato fronte delle casse di risparmio e di ''risorse'' per soccorrere qualsiasi banca nazionale in difficoltà. ''Madrid – secondo Rehn – ha i mezzi per gestire il problema banche, può farlo da sola senza l'aiuto della Ue''.