Per l’economia europea piove sul bagnato: dopo Portogallo e Grecia, Standard & Poor’s ha tagliato anche il della Spagna portandolo ad «AA» dal precedente «AA+». Le prospettive sul rating spagnolo sono «negative», cioè non è escluso un ulteriore «downgrade».
La decisione dell’agenzia di rating si basa sulle previsioni macroeconomiche nel medio e lungo termine. «Crediamo che la stagnazione in cui si trova l’economia spagnola – si legge nel documento pubblicato da Standard S Poor’s – durerà più di quanto avevamo previsto in precedenza». Le stime di crescita del Pil spagnolo passano dall’1% annuo tra il 2010 al 2016 allo 0,7%. Meno crescita meno entrate e quindi più problemi per Madrid a rimborsare il proprio debito.
E mentre arrivano i tanto sospirati aiuti per l’agonizzante economia greca, le borse europee continuano ad annaspare. Il calo peggiore, mercoledì 28 febbraio, lo ha fatto ovviamente registrare la Spagna (-2,99%) seguita da Milano (-2,43%) e Parigi (-1.5). In controtendenza, invece, Atene, rinfrancata dallo sblocco della situazione relativa agli aiuti la borsa greca ha fatto registrare un +0.94%.
Che la crisi greca sia “contagiosa” al contrario di quanto affermato dal portavoce della Commissione Ue Olli Rehn lo dimostra anche il cambio euro dollaro. A fine giornata un euro vale 1.32 dollari, il minimo dell’ultimo anno. La colpa è proprio dei continui tagli di rating che fanno scricchiolare la stabilità dell’Eurozona: non a caso la moneta europea perde terreno anche rispetto a yen e sterlina.
Intanto arrivano gli aiuti europei e del Fondo Monetario internazionale alla Grecia: oltre 100 milioni in 3 anni. La Grecia dovrà metterci del suo e imporsi una robusta cura dimagrante. Giovedì sapremo se i mercati credono o meno nella “resurrezione” dei greci.