ROMA – Dalle macchine sottoutilizzate alle opere incompiute, da modi di produzione ''antichi'' alla ''errata identificazione di soggetti meritevoli di essere sostenuti'': sono 10 i tipi di sprechi nei quali affonda la spesa pubblica italiana, spesso indicata come ''uno dei sintomi o delle cause della malattia italiana che va sotto il nome di elevato rapporto tra debito pubblico e reddito nazionale''. Lo scrive, Piero Giarda, professore dell'Universita' Cattolica di Milano, nel rapporto finale del gruppo di lavoro sulla riforma fiscale dedicato all'analisi della spesa pubblica.
La spesa pubblica italiana per l'erogazione di servizi e' cresciuta rispetto alla corrispondente spesa privata dello 0,5% l'anno dal 1970 al 2010: 90 miliardi di euro in piu'. Una dinamica legata anche ''alla mancanza di progresso tecnico nella produzione di servizi pubblici'' e ad un'offerta sul territorio che sembra essere ''espressione di tempi passati''. E' quanto si legge nel Rapporto che evidenza, tra le altre distorsioni, ''sovrapposizione di competenze, eccesso di fattore lavoro utilizzato e strutture dell'offerta troppo piccole e parcellizzate''.
