
Anche la bega sulle spiagge è indicativa delle due Italie, quella che fa le cose per bene al Nord e quella che le fa a volte un po’ raffazzonate al Sud, con in mezzo tanta ideologia, tanti pregiudizi, tanto partito preso. Dallo scontro il Pd non esce benissimo, lasciando un bel pacchetto di voti alla presa del Pdl, anche per l’incongruo comportamento di appoggiare una proposta e poi ritirarla piegandosi all’integralismo ambientalista e senza spiegare perché.
Il Pdl (e anche il Pd, con la senatrice Manuela Granaiola che guarda caso prende i suoi voti sulla costa della Toscana, dove hanno fatto le cose migliori, lo voleva in un primo momento) vuole vendere ai privati non proprio l’arenile ma almeno la parte al confine tra la sabbia (o i sassi) e il cemento, su cui molti gestori di stabilimenti, veri e propri imprenditori, hanno investito fior di quattrini.
Molti altri, è vero, hanno fatto cose indicibili ma l’atteggiamento degli ambientalisti è solo punitivo e non costruttivo.
Secondo il senatore Sergio Pizzolante del Pdl,
“non si venderebbero gli arenili, ma solo le aree dove vivono gli immobili che sono dei privati, ed è una grande occasione per riqualificare le strutture turistiche italiane”.
Si tratta, ha scritto Giovanna Cavalli su Repubblica, di
“un affare da 4, 5 miliardi per le casse statali, con l’obiettivo finale di risolvere una questione annosa: quella delle concessioni demaniali, che riguarda 30 mila imprese italiane che hanno fatto investimenti e a cui verrebbe offerto un diritto di opzione, mentre la restante parte delle concessioni rimarrebbe del demanio pubblico”.
Alla parte migliore degli imprenditori balneari si riferiva Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, quando diceva:
“Le normative Ue [secondo cui le spiagge andrebbero assegnate mediante gara] sono ridicole e vanno cambiate”.
”Monti fu un fautore di questa idiozia europea delle spiagge, le cui norme possono anche andare bene per l’Olanda, ma non per l’Italia o la Spagna dove i lidi sono una ricchezza: ci sono imprenditori che hanno investito su questo bene e offrono servizi ai turisti. Noi vogliamo solo tutelare chi ha rispettato le regole, non vendere le spiagge, che restano dello Stato, e ottenere fondi importanti che possono esser utili in questo momento”.
Certo, quando Antonio D’Alì (Pdl), relatore in commissione Bilancio del Senato, diceva
“sulla trincea del fondamentalismo non si risolvono i problemi, anzi si aggravano”
probabilmente aveva in mente le parole di Ermete Realacci del Pd:
“La proposta è impresentabile e offende la dignità del Paese”.
Nichi Vendola, presidente di Sel, e soprattutto pugliese, non si fa passare una occasione di affabulazione in bertinottiano puro:
“Abusivismo, cementificazione, condoni, cos’altro vogliono fare alla nostra Italia? Non permetteremo questo colossale scempio”.
Angelo Bonelli, presidente dei Verdi sopravvissuti:
“Una cosa semplicemente schifosa”.
