Stangate vere e toste e stangate immaginarie e di cartapesta. Lo strano è che delle prime non si accorge nessuno o quasi, le seconde vengono “strillate” ovunque a gran voce. Negli ultimi sei mesi sui mercati internazionali il prezzo dello zucchero è aumenato dell’87,7 per cento, quello del cotone dell’84,6, quello del palladio del 77,2, quello del mais del 61,7, quello del legname del 57,8, quello del grano del 54,5, quello del rame del 49, quello del caffè del 42, del riso del 41,8, quello del gasolio del 30,4. Tutte le materie prime costano di più perché c’è una parte di mondo, non quella in cui viaviamo noi, che consuma e quindi le compra a prezzi crescenti. Presto questi aumenti si trasferiranno ai prodotti finiti e noi li troveremo in negozio dove andiamo a comprare i prodotti. E non avremo contemporaneamente maggior reddito per comprare perchè il reddito che produciamo viaggia, se va bene, alla velocità di un più 1/2 per cento annuo. E non è colpa di questo o quello “governo ladro”, nessun governo di destra o sinistra può farci nulla: è il pianeta che si riassesta, a nostro svantaggio dopo un circa tre secoli che ha girato a nostro favore.
Ma noi guardiamo il dito e non la luna: il biglietto dell’autobus che in mezza Italia e più sta per sfondare il muro dell’uno euro uno. Fastidioso ma piccola cosa. E doverosa: quanti sanno che il trasporto pubblico è pagato in Italia solo per un terzo dai biglietti e per due terzi dal denaro pubblico. Oppure sfondiamo la barriera del ridicolo gridando al “salasso” perché a Roma o in altre città si fa pagare al turista 1/3 euro in più sul pernottamento in albergo. Salasso? Succede in quasi tutto il mondo, succede anche a noi quando sbarchiamo a New York o in altre capitali. Neanche ce ne accorgiamo. Ma da noi è “salasso”, pianto di albergatori “ridotti in miseria” e lamento di gente intervistata per caso per strada. Ciechi, sordi e distratti sulle stangate vere e sul loro perché, suscettibili come acide zitelle sulle stangate di cartapesta…
