ROMA – E’ ancora stangata sugli statali: oltre ai contratti congelati, ormai da oltre un lustro, anche taglio degli straordinari, freno del turn over e attesa per le liquidazioni fino a un anno.
Sono ancora una volta i dipendenti pubblici a rimettere sul piatto della legge di Stabilità un miliardo e mezzo di risparmi. Stipendi al palo fino al 2016-17: non ci sarà neppure la copertura della cosiddetta vacanza contrattuale, cioè quella piccola indennità che scatta in mancanza dei rinnovi e che per il 2015-2017 resterà identica a quella percepita nel 2013.
Dal 2014, per coloro che matureranno il diritto ad andare in pensione, raddoppierà, da sei a dodici mesi, il tempo di attesa per vedersi restituire il proprio Tfr, la cosiddetta buonuscita. Erogata in unica soluzione solo per le cifre sotto i 50 mila euro. Tra i 50 i 100 mila la somma sarà versata in due tranche annuali. Sopra i 100 mila euro le rate saranno tre, di cui le prime due pari a 50mila l’una e la parte restante avverrà con un terzo versamento.
Tagli infine del 10% sugli straordinari che si dimezzano al 5% per le forze di polizia e rimodulazione salariare per il lavoro domenicale: nei festivi lo straordinario verrà corrisposto solo per le ore che superano l’effettivo orario giornaliero.
Prosegue e anzi si aggrava il blocco del turn over: la percentuale di sostituzione si abbassa dal 50 al 40%. Che tradotto significa che su dieci che vanno in pensione, solo 4 verranno sostituiti.
Volendo fare un po’ di conti in tasca al dipendente pubblico basti pensare che in media un dipendente pubblico percepisce uno stipendio di 27.500 euro lordi all’anno. Nel periodo 2010/2012 la perdita si aggira attorno ai 2 mila euro, ai quali se ne aggiungeranno 411 conteggiati nel solo 2013 ed altrettanti nel 2014. Totale, 2.822 euro che potrebbero lievitare a 4 mila se il blocco contrattuale arrivasse fino 2016.