ROMA – Si prospettano tempi duri per i furbetti e gli assenteisti della Pubblica Amministrazione. Nel pacchetto di decreti attuativi della Riforma Pa, atteso in Consiglio dei Ministri la prossima settimana, è previsto anche il licenziamento rapido per chi verrà colto in flagranza.
Il ministro Marianna Madia presenterà già venerdì prossimo una sorta di revisione dell’articolo 18 simile a quella già toccata ai dipendenti privati. Per gli statali sorpresi a “truffare lo Stato con assenze ingiustificate o altri comportamenti inaccettabili” non ci saranno garanzie che tengano.
In particolare alla lettera s dell’art. 17 del ddl Madia è previsto:
“Introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti finalizzate ad accelerare e rendere concreto e certo nei tempi di espletamento e di conclusione l’esercizio dell’azione disciplinare”
L’idea è di rendere effettivi provvedimenti disciplinari che sulla carta già esistono ma che raramente trovano applicazione per via di procedure troppo farraginose. L’idea del governo è di rendere certe e immediate quelle norme.
Nello stesso pacchetto di decreti attuativi dovrebbero poi esserci anche gli altri provvedimenti attesi. Restano ancora alcuni nodi da scogliere che toccano diversi capitoli, come l’accorpamento della Forestale, passando per il cosiddetto Freedom of informatioin act (Foia), che obbliga le amministrazioni a una completa trasparenza nei confronti dei cittadini. Definito invece il controllo delle società partecipate che, in base agli ultimi ritocchi, passerà dal Tesoro all’ombrello di Palazzo Chigi.
Si comincerà così a fare ordine nella giungla delle partecipate. Il primo colpo di scure dovrebbe portare all’eliminazione di oltre duemila scatole vuote. Sui numeri c’è però ancora grande incertezza visto che a oggi ogni autorità fa un conto diverso. Il decreto infatti prescrive innanzitutto una ricognizione delle partecipazioni dopo di che niente dovrebbe più sfuggire, visto che ci sarà un cervellone, una sorta di grande fratello delle società pubbliche, che terrà tutto sotto controllo attraverso un apposito elenco.
In combinato disposto con il Testo unico sulle partecipate viaggia quello sui servizi pubblici locali e la questione gira intorno alla privativa comunale sulla gestione rifiuti: una prima bozza ne imponeva l’abolizione a partire dal 2017, ma sembra ci sia stata una marcia indietro. Sempre in tema di rifiuti, la regolazione del settore dovrebbe passare sotto l’Autorità per l’energia, ma anche su questo punto non è detta l’ultima parola.
Un altro capitolo è delicato infine allo scioglimento del Corpo Forestale che passerebbe ai Carabinieri. I sindacati hanno alzato sin dall’inizio la voce, schierandosi contro la “militarizzazione” del corpo e proprio per questo il Governo sta cercando di ricavare spazi in modo da consentire il passaggio, per chi ne fa richiesta, in altri corpi (come Polizia e Guardia di Finanza). Il lavoro di limatura prosegue anche per il testo che riforma le Camere di Commercio e qualcosa sta cambiando anche nel provvedimento che introduce il nuovo Codice dell’amministrazione digitale, con l’anticipo al 2018 del domicilio digitale, l’indirizzo elettronico che manderà definitivamente in pensione la vecchia cassetta postale.