ROMA – Statali: rivoluzione dirigenti “salva” 150 top manager. Tutte le novità. “Focus sui risultati”, questa la sintesi di Renzi al momento di illustrare il decreto Madia che riforma la dirigenza pubblica. Il nodo più controverso, la salvaguardia degli alti dirigenti è stato risolto dal compromesso che consente a 150 super-dirigenti su 526 di conservare le posizioni apicali, “una corsia preferenziale nelle assegnazioni degli incarichi con i nuovi meccanismi «aperti» disegnati dalla riforma della dirigenza statale approvata ieri in via preliminare dal consiglio dei ministri” (Il Messaggero). Cinque i capitoli di intervento della riforma.
Ruolo unico. L’inquadramento dei dirigenti elimina le due fasce attualmente vigenti nella pubblica amministrazione. Ruolo unico per lo Stato (in cui rientrano tutti i dirigenti delle amministrazioni statali, degli enti pubblici non economici nazionali, delle università e delle agenzie governative), ruolo unico per le Regioni (in cui confluiranno anche i dirigenti della Asl ma non i medici), ruolo unico degli enti locali (dove finiscono anche i segretari comunali) e uno per le autorità indipendenti.
Incarichi di 4 anni rinnovabili una sola volta. Per quanto riguarda la selezione dei dirigenti, ci sarà ogni anno un concorso per sostituire chi va in pensione: tre anni di prova (1 per i curricula prestigiosi) con esame finale. Dai ruoli unici l’amministrazione pescherà i profili per incarichi di 4 anni rinnovabili una sola volta.
30% stipendio legato alle valutazione sui risultati. Il decreto prevede che la valutazione ottenuta di anno in anno determini almeno il 30% della busta paga del dirigente; nel caso dei dirigenti generali, il peso della valutazione dovrà salire al 40 per cento.
“Parcheggiati”: taglio stipendio, fuori dopo 6 anni fermi. i resta senza incarico perde tutta la parte accessoria della retribuzione (una buona metà). Ha l’obbligo di partecipare alle selezioni per i nuovi incarichi: se sta fermo 6 anni è licenziato. A meno che non accetti di tornare funzionario.
Super dirigenti, 30% incarichi assicurato. E’ la salvaguardia per i dirigenti di prima fascia di cui parlavamo. I direttori generali dei ministeri, ad esempio, mal sopportavano l’idea di partire alla pari con tutti gli altri per i nuovi incarichi. A loro sarà riservato il 30% delle nuove attribuzioni di incarichi