ROMA – Conti correnti in Svizzera? Segreto bancario, addio. Dal primo novembre entra il vigore la legge che obbliga gli istituti di credito elvetici a dare agli Stati esteri che lo richiedono tutti i dati sui loro correntisti di quel Paese: numeri di conto, saldi e transazioni. Cambia così la storica legge sul riciclaggio di denaro.
La comunità internazionale è riuscita a sconfiggere quella privacy garantita ai correntisti che negli anni ha attirato tanti soldi tra i confini elvetici. Negli ultimi tempi di crisi acuta troppe le critiche arrivate da una parte e dall’altra dell’Oceano, da chi si vedeva sottrarre importanti capitali da tassare: Stati Uniti, Germania, Italia ma anche India, che festeggia la decisione svizzera come cosa di casa sua.
Chi pensava di poter evadere le tasse trasferendo il proprio tesoretto in Svizzera ora dovrà ricredersi. Lo dimostrano le lettere inviate da alcune banche svizzere ai propri clienti esteri, invitati a regolarizzare la propria posizione con il fisco.
Il sì definitivo ad una misura da mesi nell’aria è arrivato in questi giorni. Il 9 ottobre c’è stato il via libera del Consiglio federale svizzero alla revisione della legge sul riciclaggio di denaro. Il 15 ottobre la Svizzera ha firmato un accordo Ocse del 1988, già sottoscritto da 60 Paesi, sullo scambio di dati sensibili a fini fiscali.
E non finisce qui: Berna si prepara anche a modificare la legge sull’assistenza amministrativa fiscale che prevede di informare chi è al centro di un approfondimento da parte di uno Stato straniero solo dopo che la procedura è scattata.
Quello svizzera è un passo storico: la piccola Confederazione aveva fatto del segreto bancario uno dei suoi punti forti, che l’aveva resa una delle zone a più alta concentrazione di ricchezza nel mondo.
Negli anni si era arrivati ben lontani dai fini più nobili per cui la garanzia di anonimato era nata, poco prima della Seconda Guerra mondiale, come un modo per aiutare le vittime della persecuzione nazista a mettere al sicuro i propri soldi. Con il tempo questo beneficio era andato ad aiutare (anche) criminali e dittatori di ogni parte del mondo, oltre a cittadini più o meno comuni che spostavano in Svizzera i capitali per non pagare le tasse. Troppo, in tempi di crisi. Alla fine la pressione internazionale ha avuto la meglio. Segreto bancario, addio.