In base ai dati elaborati dall’Osservatorio “prezzi e mercati” di Unioncamere, le tariffe postali sono rincarate di circa il 13%, le tariffe autostradali di circa il 15%, quelle ferroviarie del 26%, mentre per i trasporti marittimi l’impennata è stata di oltre il 38%. I maggiori aumenti colpiscono, però, le tariffe locali: per i rifiuti solidi urbani il rincaro è stato del 29,1% tra il 2005 e il 2009 e del 4,5% lo scoro anno; per l’acqua potabile invece il rialzo è stato di ben il 31,8% nel quinquennio e del 7,6% nel solo 2009.
«Tali aumenti – sottolinea Unioncamere – sono da ascrivere alla convergenza delle tariffe verso livelli compatibili con la totale copertura dei costi del servizio, secondo un processo di ristrutturazione che implica per il settore dei rifiuti il passaggio dalla tassa (TARSU) alla tariffa (TIA), e per quello dell’idrico il passaggio al Metodo normalizzato previsto dalla legge Galli».
«È evidente – denuncia l’associazione – che questi aumenti contribuiscono a erodere il potere d’acquisto delle famiglie e ad accrescere i costi che gravano sui bilanci delle imprese, in particolare piccole e medie: una maggiore moderazione in questo senso sarebbe auspicabile, soprattutto in una fase come quella attuale in cui gli equilibri economico-finanziari degli uni e degli altri sono già messi a dura prova dalla debolezza del mercato del lavoro e dall’aumento delle materie prime».
Secondo il presidente del Codacons Carlo Rienzi «i dati diffusi da Unioncamere, relativi agli abnormi incrementi delle tariffe avvenuti negli ultimi anni in Italia, dimostrano senza ombra di dubbio come il nostro Paese sia la pecora nera d’Europa sul fronte dei rincari».
«I dati Unioncamere – rileva Rienzi – confermano pienamente quanto il Codacons va denunciando ormai da otto anni, e cioè come in Italia non vi sia alcun freno ai prezzi e alle tariffe, con conseguenze pesantissime sui bilanci delle famiglie, il cui potere d’acquisto è ormai ridotto al lumicino».
«Il governo deve intervenire – conclude Rienzi -, studiando meccanismi di contenimento delle tariffe, e bloccando quelle essenziali per i nuclei familiari, ad esempio quelle energetiche. Se ciò non avverrà, i consumi dei cittadini tenderanno a contrarsi ulteriormente, gettando l’Italia all’ultimo posto nella classifica europea per il carovita».