Tassa Inps in busta paga: ecco quanto costerà ai lavoratori

Tassa Inps in busta paga: ecco quanto costerà ai lavoratoriTassa Inps in busta paga: ecco quanto costerà ai lavoratori
Tassa Inps in busta paga: ecco quanto costerà ai lavoratori

ROMA – La tassa Inps arriva direttamente in busta paga. Da settembre 2014 infatti i lavoratori si ritroveranno scalato dalla busta paga il contributo di solidarietà previsto dalla riforma Fornero, che anche a mesi di distanza fa sentire i suoi effetti. Un contributo che è costituito dallo 0,5% della retribuzione e che per un terzo è a carico del lavoratore il cui obiettivo è costituire un fondo che sostituisca la cassa integrazione in deroga.

Libero quotidiano riprende un articolo di QuiFinanza in cui vengono fatti i conti di quanto i lavoratori dovranno pagare:

“Il contributo è dello 0,5% sulla retribuzione, di cui un terzo è a carico del lavoratore. Dalla busta paga di settembre verranno tolti gli arretrati da gennaio 2014, quindi il calcolo è il seguente: lo 0,5 della retribuzione diviso 3 (il terzo a carico del lavoratore), da moltiplicare poi per 9 (i mesi arretrati)”.

Il contributo di solidarietà andrà a costituire il fondo che sostituisce le prestazioni erogate dalla cassa in deroga, che sarà eliminata entro il 2016 e per cui non sono previsti contributi da aziende e lavoratori, dato che il fondo

“si finanzia con “un contributo ordinario dello 0,50% della retribuzione mensile imponibile ai fini previdenziali dei lavoratori dipendenti (esclusi i dirigenti), di cui due terzi a carico del datore di lavoro e un terzo a carico del lavoratore.

Il contributo avrebbe dovuto essere versato dall’inizio del 2014 ma le modalità sono arrivate solo ora e a settembre non solo si pagheranno gli arretrati (per una retribuzione lorda di 2.000 euro mensili circa 30 euro a carico del lavoratore e 60 per l’impresa) ma si chiederà anche l’1% di mora sul dovuto a partire dal 7 giugno”.

In una nota l’Inps ricorda che

“ha la finalità di assicurare ai lavoratori dipendenti da imprese operanti in settori non coperti dalla normativa in materia d’integrazione salariale una tutela in costanza di rapporto di lavoro nei casi di riduzione o sospensione dell’attività lavorativa per cause previste dalla normativa in materia di integrazione salariale ordinaria o straordinaria”.

Il fondo servirà dunque a tutelare le aziende non coperte dalla cassa, ovvero le imprese commerciali fino a 50 dipendenti, e sarà uno strumento di tutela nel caso di sospensione dell’attività lavorativa:

“Ma la tutela sarà prevista per un periodo più breve di quello della cig. Si potrà ricevere l’assegno per soli tre mesi (prorogabili in via eccezionale fino a 9). “Il fondo – si legge nella circolare – ha l’obbligo del bilancio in pareggio e non può erogare prestazioni in carenza di disponibilità”.

Il fondo prevede poi un contributo addizionale, che sarà totalmente a carico del datore di lavoro e che viene

“calcolato in rapporto alle retribuzioni perse nella misura del 3% per le imprese che occupano fino a 50 dipendenti e del 4,50% per le imprese che occupano più di 50 dipendenti. Dal 2020 il sistema peraltro diventerà ancora più “a consumo”, sottolinea il segretario confederale Uil Guglielmo Loy, con la possibilità per l’azienda di recuperare attraverso le prestazioni ai lavoratori sospesi solo le somme già versate”.

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